Nell’introduzione in prosa del ventesimo capitolo della Vita Nova Dante si propone di tornare sulla trattazione d’Amore, dopo aver definito, nel capitolo precedente, la nuova poetica della lode con la canzone Donne ch’avete intelletto d’amore. Questa volta però la scelta del poeta cade su una struttura metrica più breve ed agile, quella del sonetto.
La prima quartina definisce da subito l’identità totale tra la facoltà di amare propria degli esseri umani e il possesso di un cuore “gentile”, capace cioè di provare e suscitare al tempo stesso l'emozione del sentimento amoroso. Questa formula convenzionale dello stilnovismo viene confermata dall’autorità di Guido Guinizzelli - il “saggio” citato al v. 2 - nella sua poesia Al cor gentil rempaira sempre amore e diviene così uno dei cardini della poetica che Dante elabora nella Vita Nova. La seconda quartina spiega allora che la natura unisce da principio capacità di innamorarsi e anima ‘gentile’, poiché l’Amore (personificato al v. 6 in un "sire") risiede nella “magione” del cuore, risvegliandosi quando entra in scena una “saggia donna”. Il poeta identifica così precisamente le virtù della donna stilnovista, la cui bellezza esteriore è intimamente collegata con le sue qualità etiche e morali. Il “disio”, cioè il desiderio amoroso, non può che nascere, nell’ottica di Dante, solo dalla compresenza di queste qualità; lo strumento principale della comunicazione tra i due amanti sarà sempre quello tipico degli “occhi”, richiamati al v. 10. In più - obbedendo anche qui alla lezione di Guido Guinizzelli e di Cavalcanti - l’amore ha altre due qualità: non può che essere un legame duraturo e non può che suscitare, una volta nato in uno dei due amanti, un analogo desiderio nell’altro individuo.
Amor e il cor gentile è allora un testo cruciale della Vita Nova, proprio perché ne sintetizza alcuni temi fondamentali: la centralità della tematica amorosa e la sua forza di rinnovamento, l’importanza della poesia della lode per celebrare la donna amata (e, attraverso lei, per arrivare a Dio), la definizione di una serie di elementi basilari di questa poetica.