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"Ben ti faranno il nodo Salamone" di Dante: analisi del testo

Testo emblematico della "tenzone" - e cioè di un genere basato sullo scambio di componimenti tra due poeti che si rispondevano ‘per le rime’ su un argomento di feroce ma scherzosa discussione e in stile comico-realistico  - con Forese Donati, questo divertente sonetto venne probabilmente composto tra il 1293 e il 1296, anno della morte di Forese (per altro pure imparentato alla lontana con Dante, ma a lui avverso per motivi politici).

Lo stile "comico" - che nel Medioevo definiva il livello stilisticamente più basso della lingua letteraria, utilizzabile solo per descrivere la realtà più quotidiana e concreta - domina in tutti e sei i sonetti che, tre a testa, Dante e Forese si scambiano, lanciandosi una serie di tremende offese. Se Forese nei suoi testi accusa il rivale di imprecisate colpe verso il padre ormai morto (sospettatto d'essere un usuraio) e di povertà, qui Alighieri, dopo aver alluso nel suo primo sonetto all'insoddisfazione coniugale della moglie dell’avversario (dato che Forese si gode la vita fuori di casa...), concentra la sua invettiva sul peccato di gola. Il complesso “nodo di Salamone” (v. 1) è infatti quello con cui le carni degli animali di cui Forese era ghiotto (le “starne”, la “lonza” e il “castrone”) si sarebbero vendicate della sua ingordigia. A ciò s’aggiunge - con l’allusione al quartiere fiorentino di San Simone al v. 5, dove all’epoca si trovavano le prigioni comunali - il riferimento salace ai problemi con i debiti di Donati, cui segue (nelle due terzine) una più sottile e beffardo accenno all’abilità di Forese nella pratica del furto (cui alludono i “fi’ di Stagno” del v. 14), che diverrà esplicito nel terzo sonetto dantesco della contesa (cioè, il quinto della serie complessiva, Bicci novel, figliuol di non so cui).

Lo stile spiccatamente comico del testo e l’argomento ‘basso’ della tenzone hanno spesso portato alla svalutazione da parte della critica di questo tipo di produzione decisamente agli antipodi rispetto alla lirica stilnovista, ma in realtà anche questi testi fanno parte del complesso laboratorio stilistico delle Rime, e si pongono del resto assai vicino, per intonazione e tematica,a quelli di Cecco Angiolieri, tra cui S'i' fosse foco o Sed i' avess' un sacco di fiorini.