Nella tenzone con Bonagiunta Orbicciani il bolognese Guido Guinizzelli mitiga i toni della polemica “sulla nuova mainera” esortando il proprio detrattore alla calma e alla riflessione. L'invito alla prudenza “infino a tanto che 'l ver l'asigura” (vd. Omo che saggio, v. 4), sembra volere consegnare alle future generazioni il compito di pronunciarsi sul valore del nuovo stile poetico: quello stesso Stilnovo che proprio a partire da Guinizzelli maturerà nei decenni successivi a Firenze.
Nato a Bologna nel 1240 circa, Guido Guinizzelli (che esordisce come guittoniano), adotta presto uno stile “dolce”, molto vicino al trobar leu di Chiaro Davanzati e lontano dalla severa austerità del maestro Guittone d'Arezzo. La sua canzone Al cor gentil rempaira sempre amore rappresenta il manifesto della poetica stilnovista ed evidenzia molti tratti di continuità con la tradizione cortese, (come ad esempio la disputa sulla nobiltà di cuore). Guinizzelli viene riconosciuto come l'iniziatore dello Stilnovo dallo stesso Dante, che nella Commedia mette in scena i momenti, i personaggi e i temi principali della polemica anti-guittoniana, con Bonagiunta Orbicciani (in Pg. XXIV) e lo stesso Guittone (in Pg. XXVI). A Dante va inoltre attribuita la definizione di “dolce stil novo”, per mezzo di Bonagiunta. Dal punto di vista storiografico il concetto dello Stilnovo è tuttora discusso dalla critica: secondo alcuni esso mostra dei tratti di continuità con la lirica cortese, mentre per altri la concezione stilnovista dell'amore risolve l'antitesi tra amor sacro e amor profano presente nei provenzali. La polemica che Dante affronta nella Commedia contro il dualismo guittoniano (il quale mantiene separato l'ambito morale da quello amoroso), approda al superamento dello stesso attraverso una concezione rinnovata del servizio cortese: l'amore degli stilnovisti si arricchisce di elementi metafisici, in un gioco di relazioni simboliche tra l'anima dell'amante e la Grazia profusa dall'amata.
Sebbene nella gran parte delle antologie Dante non sia presente nel capitolo sullo Stilnovo, (in quanto gli viene dedicata una sezione a parte), egli appartiene a quella seconda generazione di poeti toscani che ne porta a maturazione lo stile, assieme a Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia e Lapo Gianni. Cavalcanti coltiva un razionalismo eterodosso (si veda la canzone Donna me prega) opposto alla concezione di Dante, espressa in Donne ch'avete intelletto d'amore: due diverse posizioni che segnano i confini ideali del movimento.