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Agricoltura biologica e certificazione "bio": definizione

Ortaggi, frutta, bevande e cibi in generale: sui banchi dei nostri supermercati è sempre più frequente vedere su questi prodotti un’etichetta con la scritta bio o da agricoltura biologica. Ma cosa significa? Cosa hanno questi prodotti di differente rispetto ai non-bio?

Per fare chiarezza dobbiamo partire dal concetto di agricoltura biologica. Il termine lascia intendere che tutto quello prodotto in questo modo sia naturale, mentre il resto no. Accostare il termine “biologico” ad agricoltura è improprio: ogni tipo di agricoltura, basandosi sui processi biologici degli organismi viventi, è chiaramente biologica.
Una definizione più appropriata che identifica i processi di produzione di questi prodotti potrebbe essere “agricoltura ecologica” o “agricoltura organica”.
Nell’agricoltura convenzionale la produttività è spinta al massimo grazie all’uso di sostanze chimiche e con interventi massivi per ottenere quanto più prodotto possibile. Un suolo fertile si comporta come un qualsiasi ecosistema, in equilibrio quindi tra i flussi di energia in entrata e quelli in uscita. Una coltivazione di tipo convenzionale tende ad esaurire la fertilità dei suoli, perchè il carico energetico in entrata è potenziato molto al di sopra del naturale carico di sostanza organica che i suoli possono sostenere. L’impatto a volte è così forte che i terreni, esausti, tendono a diventare non più fertili e la produttività, al posto di aumentare, tende a diminuire, nonostante l’uso massiccio di concimi.

L’agricoltura ecologica rappresenta l’alternativa a questo tipo di sfruttamento delle risorse, perchè si avvale dell’utilizzo di tecniche agricole che rispettino la naturale fertilità e capacità di rigenerazione dei suoli, escludendo l’utilizzo di composti non presenti in natura o limitandone fortemente l’utilizzo.

Le tecniche di agricoltura ecologica hanno ottenuto riconoscimento ufficiale grazie a una regolamentazione europea che è entrata in vigore nel 1991.
Ogni prodotto ottiene una certificazione, un marchio ( “bio” per l’appunto), se rispetta precisi standard produttivi riguardanti la coltivazione, la lavorazione e la conservazione.
Un qualsiasi cibo per avere il logo “bio” deve contenere almeno il 95% degli ingredienti di cui è composto prodotti per l’appunto con metodo biologico.

Sebbene diversi studi abbiano dimostrato come non esistano sostanziali differenze nei valori nutrizionali tra prodotti bio e prodotti convenzionali, i benefici dell’agricoltura ecologica sono tutti da ricercare nel modello di sfruttamento sostenibile delle risorse che propone, pensato per durare nel tempo e adattarsi anche ai cambiamenti ambientali.
Questo, dal 1° luglio 2010, è il nuovo logo UE per prodotti derivanti da agricoltura ecologica.

 

http://ec.europa.eu/agriculture/organic/consumer-confidence/logo-labelling_it