Il Fascismo in Italia: dal "biennio rosso" alla Marcia su Roma

Le conseguenze della Prima Guerra Mondiale in Italia sono drammatiche: il paese, pur sedendo al tavolo delle trattative di pace dalla parte dei vincitori, deve affrontare gravissime questioni interne, sul piano sociale (dal reinserimento difficile dei reduci al nuovo ruolo delle donne, anche nel mondo del lavoro), su quello economico (dall’inflazione alla crisi del debito pubblico, passando per il crollo dei salari e la disoccupazione post-bellica di buona parte della popolazione) e su quello direttamente politico, data l’incapacità dei partiti tradizionali dello Stato liberale a rispondere alle nuove richieste dell’opinione pubblica.
 
Il “Bienno rosso” (1919-1920) vede allora le accese rivendicazioni della sinistra socialista e dei sindacati dei lavoratori, per difendere salari e posti di lavoro, avanzare proposte di collettivizzazione delle terre agricole e guadagnarsi diritti fondamentali (come la giornata lavorativa di otto ore). Alle occupazioni di fabbriche e latifondi - che spesso assumono toni insurrezionali che quindi inquietano quella media borghesia già terrorizzata degli eventi della Rivoluzione russa - rispondono le violenze squadriste dei Fasci di Combattimento, fondati a Milano nel marzo 1919 dall’ex socialista Benito Mussolini. Da qui in poi il Fascismo batterà con in insistenza sul nazionalismo dei reduci delusi, dai trattati di pace e dalla “vittoria mutilata” che ne è conseguita, conquistandosi l’appoggio delle classi possidenti, allarmate dalla “minaccia rossa”.
 
L’occupazione di Fiume, guidata dal poeta ed intellettuale Gabriele D’Annunzio, è solo il primo passo dell’avanzata del Fascismo: se nell’ottobre del 1919 in Fasci non ottengono alcun seggio alle elezioni, nel maggio del 1921 alcuni esponenti fascisti (tra cui Mussolini) entrano nelle liste del Blocco Nazionale. Fondato il partito il 9 novembre dello stesso anno, Mussolini tenta con successo il colpo di mano: legittimato dai partiti tradizionali e sostenuto dai grandi industriali, vuole costringere Vittorio Emanuele III a conferirgli l’incarico di governo. La “marcia su Roma” del 28 ottobre 1922 dà così il via al Ventennio in Italia.
 
La lezione è a cura del Laboratorio LAPSUS (Università degli Studi di Milano)