Gli antichi Greci compivano sacrifici in onore di Eolo, dio del vento, in modo da convincerlo a usare il proprio potere per sospingere le navi nella corretta direzione. La forza del vento è tale da renderlo capace, oltre che gonfiare le vele, di spostare materiali depositandoli anche a chilometri di distanza.
  	
  	Il suo potenziale è inferiore rispetto a quello dell’acqua, essendo meno denso, ma la maggiore estensione delle distanze che può coprire consente al vento di portare sedimenti molto piccoli (argille e silt) fino a 3 km di altezza. Questo fenomeno, tipico delle zone aride e prive di vegetazione, è chiamato deflazione, ed è alla base della formazione del "pavimento" del deserto, ovvero quello strato desertico costituito dalle componenti più grossolane, ripulite dalla parte superficiale più fine. I granelli di sabbia, invece, vengono spostati a una altezza molto inferiore: possono essere mossi per salti (saltazione) o semplicemente trascinati sul suolo.
                                    
  	
Es. di deflazione in un deserto californiano
  	
  	Il vento è in grado di causare l’abrasione di alcuni frammenti, riducendoli di dimensione. Inoltre le componenti trasportate possono smerigliare o levigare la superficie di un oggetto che si trova sulla loro strada (corrasione). Nel corso del tempo particolari e curiose forme geometriche si sono formate in questo modo. Questi due fenomeni sono alla base delle caratteristiche erosive del vento.
  	 Es. di corrasione
Es. di corrasione 
Il vento è in grado di modificare il paesaggio creando depositi di sedimenti, raccolti durante il proprio tragitto. Ciò accade quando, per un qualsiasi motivo, la forza del vento cala e non è più in grado di trasportare il suo carico. I depositi eolici tipici dei materiali sabbiosi sono le dune, le quali possono essere attive, se variano continuamente forma e posizione seguendo il vento, o stabilizzate, se vincolate in qualche modo dalla vegetazione. A seconda della forma, invece, le dune possono essere:
- Barcane, se sono a mezzaluna con le punte verso la direzione del vento.
- Longitudinali, se sono parallele alla direzione del vento.
- Trasversali, se creano una sorta di “corridoi” perpendicolari al vento.
-   		Paraboliche, se hanno concavità opposta delle barcane (tipiche delle zone costiere).
 
Tutte le altre dune non comprese in queste categorie si definiscono complesse.
  	 Tipico esempio di vegetazione su duna costiera
Tipico esempio di vegetazione su duna costiera
Credits: Thomas Wilken; Malene - wikimedia commons