Intervista a Gianni Celati, scrittore, traduttore e critico letterario.
Celati ricorda come, da giovane, abbia accettato di essere considerato il cretino della famiglia: quando il padre lo prendeva a cinghiate lui rispondeva che tanto non lo avrebbe ucciso, e per questo passava come un idiota. In altri casi il padre lo insultava direttamente, senza ricevere reazioni.
Celati pensa che anche suo fratello l'abbia sempre considerato tale. Il suo amico, Ermanno Cavazzoni, addirittura lo vede come un "idiota che si è bloccato a diciotto anni"; lo scrittore concede questa considerazione ritenendo che forse l'amico abbia ragione. D'altra parte, dice, "non so cosa voglia dire il fatto di diventare più sani": l'unica cosa che lo scrittore crede di sapere con certezza è cosa voglia dire voler bene a qualcuno; quella è una situazione (rara) che fa stare bene con il corpo e con la mente.
In collaborazione con Doppiozero (www.doppiozero.com)
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