Jane Austen (1775-1817) è tra le più note e amate scrittrici al mondo. Ebbe una vita tranquilla e priva di eventi particolari, non si sposò mai e visse sempre in famiglia. Proprio i famigliari furono i suoi primi e più fedeli lettori, e la aiutarono a pubblicare i propri scritti. Questi si possono dividere tra Early Novels (Ragione e Sentimento, 1811; Orgoglio e Pregiudizio, 1813; e Northanger Abbey, pubblicato postumo nel 1818) e Late Novels (Mansfield Park, 1814; Emma, 1815; e Persuasione, pubblicato postumo nel 1818) in base al periodo in cui furono scritti. Tutti i suoi romanzi sono ambientati in luoghi domestici e privati, tanto che Virginia Woolf scrisse di lei che era tra le più capaci nel raccontare la noia del quotidiano, rendendola però ricca di umanità. Il genio della Austen è visibile soprattutto nell’ironia e nell’arguzia che pervadono tutte le opere e che meglio si evidenziano nei dialoghi brillanti e intelligenti ma sempre molto equilibrati. Sebbene tutte le trame dei suoi libri si basino sull’amore ciò che più conta nell’economia dei suoi romanzi è in realtà la definizione e la comprensione di sé da parte delle giovani protagoniste.
La produzione di Jane Austen può poi collocarsi all'intersezione di alcune fondamentali correnti della letteratura inglese:
- Classicismo: la prima metà del ‘700 inglese è definita “Età augustea”, con riferimento alla Roma classica sotto l’imperatore Augusto, intesa come ideale di misura e stile da riprodurre ed emulare. L’arte classica cerca allora di seguire regole formali molto precise, che prevedono l'assenza di eccessi contenutistici e stilistici, in un equilibrio di virtù e perseveranza. In letteratura, le storie fantastiche ed eroiche che hanno finora caratterizzato i romances lasciano allora il posto a storie realistiche (i novel) che coinvolgono personaggi della classe media che si va sempre più affermando in questo periodo. Persone, oggetti e luoghi sono descritti dettagliatamente in uno stile semplice, lineare e prevalentemente discorsivo.
- Romanticismo: il primo vero movimento romantico in Europa è il noto Sturm und Drang (in tedesco: "Tempesta ed impeto") nato negli anni ’70 del XVIII secolo in Germania e poi diffusosi in tutta Europa. Il movimento si oppone al classicismo e proclama essere una vera rivoluzione contro la tradizione classica (o filo-classica). I romantici credono nella libertà dell’individuo e dell’arte, e rifiutano quindi le rigide regole formali del Classicismo. In alternativa ai modelli della tradizione si propone un ritorno alla natura, il più possibile selvaggia e incontaminata, così che tutte le espressioni artistiche debbano essere connotate più dal sentimento che dall’intelletto. Il romanticismo allora pone maggiormente l’accento sull’individuo, creando il cosiddetto “eroe romantico", che privilegia la scoperta autentica del sé e delle proprie inquietudini interiori, spesso in contrapposizione con i modelli rassicuranti della nascente civiltà borghese.
- Vittorianesimo: è il periodo del regno della regina Vittoria (1819-1901), che sedette al trono dal 1837 al 1901 (il periodo di regno più lungo per un sovrano britannico). Nel "periodo vittoriano", oltre a dei profondi cambiamenti sul piano socio-economico, si sviluppa un nuovo modo di concepire l’arte e la scrittura letteraria. Si abbandonano gli slanci sentimentali tipici del periodo romantico per concentrarsi su temi più sociali: i personaggi dei romanzi non sono più solo appartenenti alla classe media e alla borghesia, tanto che appare prepotentemente sulla scena la classe lavoratrice. Acquista quindi rilievo il compromesso nel quale viveva la società vittoriana (il celebre Victorian compromise), rappresentato attraverso il dualismo città/campagna, moralità/corruzione, fede/depravazione. Lo stile si fa sempre più descrittivo, abbondano i dialoghi e la realtà viene descritta in ogni dettaglio e in ogni piega del quotidiano con un’attenzione particolare alle sfaccettature delle tante diverse forme di realtà esistenti all’epoca.