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Kafka, “La metamorfosi”: riassunto e commento

Introduzione

 

La metamorfosi è un racconto lungo di Franz Kafka (1883-1924), scritto nel 1912 ma pubblicato nel 1915. Si tratta di uno dei testi più noti e famosi dello scrittore boemo in cui si descrivono le vicende di un uomo, Gregor Samsa, che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio. Generalmente La metamorfosi è interpretata come una allegoria della alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, che si traduce nell’isolamento del “diverso” e nell’incomunicabilità con i propri simili. Il racconto è anche un ottimo esempio della poetica e della visione del mondo di Kafka, in cui il destino dell’esistenza individuale è in mano a forze oscure e inconoscibili, che operano in maniera assurda e imperscrutabile sulla vita degli uomini (come si vede anche nel romanzo Il processo).

 

Riassunto

 

La metamorfosi è divisa in tre parti e si apre, in modo inatteso e fulminante, sulla sorprendente mutazione del protagonista:

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto 1.

Gregor Samsa è un semplice commesso viaggiatore, preciso e metodico, che un mattino, svegliatosi in ritardo rispetto al solito, si rende conto di aver assunto le sembianze di un gigantesco scarafaggio. Il pensiero di Gregor, però, non è inizialmente rivolto al suo aspetto mostruoso, quanto al consistente ritardo che sta accumulando: la sua professione lo costringe infatti ad un ferreo rispetto delle coincidenze ferroviarie e, nelle condizioni in cui si trova, Gregor perderà sicuramente il treno della mattina. Gregor vive con i genitori e con un’amata sorella di sedici anni, di nome Grete, che uno dopo l’altro vanno a bussare alla sua porta, preoccupati del suo inusuale ritardo e dunque convinti che Gregor sia malato. Il protagonista, mentre cerca faticosamente di scendere dal letto (egli infatti si è svegliato riverso sulla schiena, che ora è la sua corazza ricurva), li rassicura che va tutto bene, sebbene la sua voce sia già modificata dalla sua nuova condizione. Gregor finalmente arriva alla porta, proprio quando il procuratore, suo datore di lavoro, indispettito dall’assenza del suo sottoposto, entra nell’appartamento per avere notizie di lui. Il procuratore, da dietro la porta, lo sommerge delle accuse più svariate, tra cui quella di lavorare male da tempo e quella del licenziamento per il suo comportamento incomprensibile. Gregor vorrebbe ribattere, ma una volta ancora riesce solo a emettere versi indefiniti. Finalmente, aggrappandosi alla maniglia con la mandibola, il protagonista riesce ad aprire la porta: il procuratore, alla vista del ributtante insetto, fugge in preda al panico, mentre Gregor cerca di inseguirlo per provare a giustificarsi. La madre di Gregor, scioccata alla vista del figlio, ha un collasso mentre il padre aggredisce lo scarafaggio a colpi di bastone, ferendo lievemente Gregor e chiudendo poi a chiave la porta della camera del figlio. Gregor crolla addormentato.

Nella seconda parte del racconto, quando ormai siamo al tramonto della giornata, Gregor si sveglia e trova del pane e del latte che Grete, in un moto di compassione, ha lasciato lì per lui, impietosita per Gregor e convinta che ci sia ancora una parte umana in lui. Gregor però, come conseguenza della metamorfosi, ha anche cambiato gusti alimentari e non ha più appetito per il cibo umano. La sorella, comprendendo le sue necessità, il giorno dopo gli fa trovare degli avanzi presi dal pattume, che finalmente Gregor riesce a mangiare. Le abitudini della famiglia Samsa vengono così rivoluzionate: Grete, ogni giorno, si reca in camera di Gregor per le pulizie quotidiane, mentre il fratello-scarafaggio, per non spaventarla, si rifugia sotto al divano. Gregor nelle lunghe ore di solitudine in camera ascolta attraverso il muro cosa sta succedendo nella casa e scopre che, a causa della sua condizione che gli impedisce di lavorare, i vecchi e stanchi genitori dovranno ricominciare a lavorare e Grete dovrà abbandonare le lezioni di violino. Nel frattempo, Gregor guadagna consapevolezza del suo nuovo corpo, arrampicandosi sulle pareti e sul soffitto. Grete, premurosa, decide di togliere i mobili dalla sua stanza per lasciargli più spazio, sebbene questi siano una delle ultime prove tangibili della sua precedente condizione di essere umano. Tuttavia, quando la madre e la sorella stanno sgomberando la stanza del protagonista, si verifica un grave incidente: Gregor, accorgendosi che un quadro che gli è molto caro, raffigurante una donna, sta per essere portato via, esce dal suo nascondiglio, facendo svenire dall’orrore la madre e facendo esplodere la rabbia di Grete. Gregor, spaventato e confuso, si sente il responsabile dell’accaduto e gira freneticamente per casa. Quando il padre, appena tornato dal nuovo lavoro di fattorino, scopre ciò che è successo, lo assale lanciandogli contro delle mele. Una di queste gli si conficca nella corazza, ferendolo gravemente ed impedendolo, di qui in poi, in tutti i suoi movimenti.

Nella terza sezione della MetamorfosiGregor è ormai confinato in uno sgabuzzino ed è sostanzialmente ignorato dalla famiglia: l’appartamento è stato subaffittato a tre inquilini e la famiglia ha assunto una domestica, che, lungi dall’aver paura del mostro, lo deride apertamente. Una sera, mentre Grete suona in salotto per i genitori e i nuovi ospiti, Gregor esce dalla camera e arriva fino alla soglia della stanza, affascinato dall’abilità musicale della sorella. La vista dell’insetto, però, fa trasalire i tre affittuari che lasciano subito l’appartamento. La situazione economica della famiglia ha quindi un nuovo tracollo e  Grete decide di lavorare come commessa. Anche la sorella, quindi, smette di prendersi cura del fratello sempre più convinta dai recenti avvenimenti che non ci sia ormai più traccia dell’amato fratello in quella bestia, cui rinfaccia di non essersene andata di casa molto tempo prima. Il padre sostiene apertamente che sia ormai giunto il momento di sbarazzarsi di Gregor.

Quest’ultimo, umiliato ed abbandonato da tutti, dopo aver ascoltati questi discorsi, si lascia morire di inedia. La fine di Gregor in realtà è l’inizio di un nuovo capitolo per la famiglia, che, prendendosi un giorno di riposo, si concede una gita in campagna. Qui la famiglia Samsa, che grazie al lavoro gode di una certa indipendenza econmica, decide di trasferirsi in una casa più piccola e più adatta alle proprie esigenza. Grete, nonostante il periodo di sofferenze trascorso, è diventate una bella ragazza in età da marito.

 

Commento

 

Le pagine della Metamorfosi di Kafka si presentano come una lunga, articolata metafora che si sviluppa in due direzioni differenti ma strettamente correlate tra loro. Da un lato, il racconto è una denuncia dell’oppressione delle regole sociali sull’individuo, che viene schiacciato e spersonalizzato dalle imposizioni esterne. Dall’altro lato, La metamorfosi è un apologo sull’impossibilità di comunicazione tra esseri umani, in particolar modo negli ambienti familiari 2, simboleggiati dai luoghi chiusi ed asfittici in cui si svolge tutta la vicenda.

Gregor Samsa, in cui possiamo vedere un “doppio” del suo autore, è schiacciato dalle regole della vita borghese. Il suo lavoro di commesso viaggiatore, ripetitivo e faticoso, è tuttavia la fonte di sostentamento dell’intera famiglia, circostanza che lo obbliga ad uno scrupoloso rispetto di obblighi, orari e doveri d’ufficio. Non a caso, quando appena sveglio capisce d’essersi tramutato in un ributtante scarafaggio, il primo pensiero di Gregor è al ritardo accumulato già di prima mattina; quando il procuratore gli intima di aprire la porta della stanza minacciandolo di licenziamento, Samsa non bada alla reazione che potrà suscitare il suo nuovo aspetto bestiale, ma cerca in ogni modo di giustificare il proprio operato e il prorpio comportamento. La metamorfosi in insetto è insomma la forma concreta dell’alienazione di Gregor, incastrato in meccanismi che lo privano della sua identità.

Al tempo stesso, anche il contesto familiare dei Samsa è alla base dell’allegoria costruita da Kafka: Gregor è il pilastro su cui si regge il loro benessere, esemplificato dalle lezioni al Conservatorio di Grete. I rapporti di affetto e amore si capovolgono ben presto quando Gregor non può più assicurare alcuna forma di sostentamento a causa della sua mutazione; in poco tempo, egli diventa un peso insostenibile e, dopo una serie di incidenti non voluti da Gregor, anche l’amata sorella lo vede come un fastidio di cui disfarsi. In questa situazione emergono facilmente tutte le tensioni latenti, come il difficile rapporto tra il figlio e il padre, fino all’episodio del ferimento di Gregor a colpi di mela, o alla circostanza, che prelude alla morte del protagonista, in cui il giovane ascolta i discorsi dei familiari su tutti i problemi che egli ha causato alla famiglia.

Tutto ciò - che ha pure precisi riscontri biografici nell’esistenza di Kafka, figlio di una famiglia di commercianti ma portato alla carriera letteraria - può farci interpretare La metamorfosi come l’allegoria dell’impossibile conciliazione tra le aspirazioni individuali e le costrizioni della vita borghese. La “diversità” di Gregor si carica così di significati e letture che, in parte, restano volutamente ambigui ed enigmatici, com’è tipico della narrativa kafkiana. Le cause della metamorfosi non sono spiegate né indagate ed essa è accettata da Gregor come un dato di fatto; gli altri membri della famiglia, che rappresentano invece il alto “normale” della vita e della società, ne sono disgustati, ma nemmeno loro si interrogano sulle cause della mutazione. L’effetto di straniamento che ne consegue circonda tutta la vicenda di un’aura di “realismo magico”: in un contesto apparentemente reale e quotidiano (l’esistenza di una normale famiglia borghese di inizio secolo) viene calato un elemento magico o sovrannaturale (la “metamorfosi”), senza darne spiegazioni razionali. La metamorfosi diventa così per Kafka la chiave di lettura dei mali dell’uomo contemporaneo.

1 F. Kafka, La metamorfosi e altri racconti, Milano, Garzanti, 2007, p. 21.

2 Si tratta di un tema su cui Kafka torna spesso, come si vede nella famosa Lettera al padre.

Testo su Franz Kafka

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