La musica dei Led Zeppelin piaceva più al pubblico, come dimostrano i grandi successi nei tour, che alla critica, soprattutto quella inglese, che li trovava rozzi, violenti e volgari. In Gran Bretagna sono gli anni in cui comincia a prender forma e ad avere successo la contaminazione del Progressive Rock: il classicismo dei Pink Floyd, la maestria tecnica di Emerson, Lake & Palmer, le atmosfere folk richiamate dal flauto di Ian Anderson dei Jethro Tull piacciono alla critica più dell'adrenalina dei Led Zeppelin.
Al termine di una lunga tournèe negli USA, Jimmy Page e compagni si ritirano in una tenuta nel Galles. Nascerà lì "Led Zeppelin III", il loro terzo album: la violenza del rock and roll si attenua con sonorità indiane e richiami al folk inglese. L'album non piacerà alla critica, che lo considererà fiacco, quasi un tradimento del loro stile.
Stiamo andando verso gli anni migliori degli Zeppelin, quelli della piena maturità. È di questo periodo l'unico concerto in Italia: il 5 luglio 1971 al Vigorelli di Milano la band iniziò la sua esibizione che dovette sospendere precipitosamente, dopo ventisei minuti, perchè la polizia caricò gli spettatori. Probabilmente fu il concerto più breve dei Led Zeppelin, abituati a performances che potevano arrivare a quattro ore.
Nello stesso anno esce il quarto album della band, caratterizzato dall'essere senza titolo: sulla copertina non appare nemmeno il nome del gruppo. Il disco mescola le due anime del gruppo, quella melodica e mistica e quella adrenalinica e violenta, e comprende alcuni tra i loro migliori pezzi, a cominciare da Rock and Roll, sorta di compendio della storia del Rock, ricco com'è di citazioni musicali di grandi artisti come Little Richard e Mitch Ryder. Il capolavoro assoluto è, però, Stairway to heaven che unisce un inizio melodico a un finale con un lungo assolo di Jimmy Page, forse uno dei più belli mai usciti da una chitarra. E anche lo strumento diventa protagonista nelle esibizioni dal vivo: per Stairway to Heaven, infatti, Jimmy Page ha bisogno di una chitarra particolare, a due manici, la Gibson EDS 1275: la parte a dodici corde per le parti più melodiche, quella a sei per l'assolo finale.
Luca Toccaceli (Milano, 1958). Laureato in filosofia, si occupa professionalmente di consulenza ed editoria musicale. Presso la Facoltà di sociologia di Milano Bicocca è tutor per il corso di Storia e organizzazione della musica e responsabile del Laboratorio di ideazione ed organizzazione di eventi musicali.
In collaborazione con Associazione Musica XXI
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