Come per le altre prove di maturità (il tema di attualità, l'analisi del testo letterario, l'articolo di giornale) costruire una scaletta può essere un aiuto fondamentale per la stesura di un saggio breve. Vediamo come crearne una partendo dai documenti che ci vengono forniti durante l'esame.
Quello che segue è il dossier usato per la prima prova nel 2011, e in particolare un saggio breve nell'ambito tecnico-scientifico. Per ora non c'è bisogno di leggere tutto: mettiamo da parte questi documenti e torniamoci sopra con calma, più avanti:
a) Discorso (1947) di Enrico Fermi, da G. Maltese, Atti del XXI Congresso Nazionale di Storia della Fisica e dell’Astronomia, Dipartimento di Fisica, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (CA) 6, 7 e 8 giugno 2001.
Vorrei discutere con voi la crisi che la scienza attraversa da due anni a questa parte. In larga misura questa crisi è dovuta all’improvvisa consapevolezza, di parte dell’opinione pubblica e del Governo, del tremendo ruolo che la Scienza può avere nelle cose umane. L’importanza di questo ruolo era già nota. Ma il drammatico impatto portato dalla costruzione della bomba atomica lo ha portato nella pubblica consapevolezza in maniera così vivida che gli scienziati si sono trovati, inaspettatamente e talora contro la propria volontà, ad essere sotto i riflettori […] C’è una grande penuria di uomini di scienza ben preparati […] Ora le iscrizioni di studenti nei dipartimenti scientifici sono tornate a essere abbondanti. Spero che ben pochi di questi studenti siano attratti dal nuovo fascino che la scienza ha acquistato. La professione del ricercatore deve tornare alla sua tradizione di ricerca per l’amore di scoprire nuove verità. Poiché in tutte le direzioni siamo circondati dall’ignoto e la vocazione dell’uomo di scienza è di spostare in avanti le frontiere della nostra conoscenza in tutte le direzioni, non solo in quelle che promettono più immediati compensi o applausi.
b) Le interazioni deboli di Nicola Cabibbo, da C. Bernardini e L. Bonolis (a cura di), Conoscere Fermi, Editrice Compositori, Bologna 2001.
Due dati ci permettono di valutare l’importanza del campo di ricerca aperto da Enrico Fermi con il suo lavoro. Il primo riguarda i premi Nobel, una misura rozza ma efficace dell’importanza di un determinato settore della ricerca scientifica e dei progressi in esso conseguiti: più di dieci Nobel per la fisica sono stati attribuiti a scoperte relative alle interazioni deboli. Se Fermi non avesse ottenuto il Nobel per le sue ricerche sui neutroni ne avrebbe ben meritato uno per la scoperta delle interazioni deboli. Una seconda valutazione dell’importanza della scoperta di Enrico Fermi si può dedurre dal fatto che oltre la metà degli esperimenti attualmente in corso o in preparazione con acceleratori di particelle – al CERN di Ginevra, al Fermilab di Chicago, a Stanford come a Frascati come a Tsukuba in Giappone o a Novosibirisk in Russia – sono dedicati a studiare vari aspetti delle interazioni deboli. La stessa prevalenza degli studi sulle interazioni deboli si riscontra nei programmi sperimentali dei grandi laboratori sotterranei, come quello italiano del Gran Sasso, quello giapponese di Kamioka, ed altri ancora nel Canada e negli Stati Uniti. La teoria di Fermi delle interazioni deboli è ormai confluita nella più generale teoria delle particelle elementari che va sotto il nome di “Modello Standard”. […] È però importante ricordare che la teoria di Fermi mantiene ancora oggi il suo valore, sia per la validità delle soluzioni proposte sia come stimolo per una serie di ricerche che hanno impegnato i fisici per quasi settant’anni, e che ancora li impegneranno nei decenni a venire. In questa teoria si riflette la grandezza di Fermi, la firma di un grande maestro.
c) Lettera a Edoardo Amaldi di Enrico Fermi, da E. Amaldi, Da via Panisperna all'America, Editori Riuniti, Roma 1997.
Dalla lettura dei giornali di qualche settimana fa avrai probabilmente capito a quale genere di lavoro ci siamo dedicati in questi ultimi anni. È stato un lavoro di notevole interesse scientifico e l’aver contribuito a troncare una guerra che minacciava di tirar avanti per mesi o per anni è stato indubbiamente motivo di una certa soddisfazione. Noi tutti speriamo che l’uso futuro di queste nuove invenzioni sia su base ragionevole e serva a qualche cosa di meglio che a rendere le relazioni internazionali ancora più difficili di quello che sono state fino ad ora. I giornali hanno pubblicato un certo numero di dettagli sul lavoro di questi ultimi anni e tali dettagli, naturalmente, non sono più segreti. Ti interesserà sapere, se non lo sai già dai giornali italiani, che verso la fine del 1942 abbiamo costruito a Chicago la prima macchina per produrre una reazione a catena con uranio e grafite. È diventato d’uso comune chiamare queste macchine “pile”. Dopo la prima pila sperimentale molte altre ne sono state costruite di grande potenza. Dal punto di vista della fisica, come ti puoi immaginare, queste pile rappresentano una ideale sorgente di neutroni che abbiamo usato tra l’altro per molte esperienze di fisica nucleare e che probabilmente verranno usate ancora di più per questo scopo ora che la guerra è finita.
Per costruire una scaletta dobbiamo prima decidere – almeno a grandi linee – qual è la nostra tesi, ovvero che cosa stiamo abbiamo intenzione di “dimostrare” con il nostro lavoro. Partendo dai documenti che ci sono stati forniti gli spunti possibili sono diversi: immaginiamo qui di voler parlare del perché Enrico Fermi è stato uno scienziato importante. Per farlo possiamo andare a cercare nel dossier tutte le parti che si occupano di questo aspetto. Ecco alcuni punti, ordinati con numeri per poter essere ritrovati più facilmente:
a) Discorso (1947):
1. “Questa crisi è dovuta all'improvvisa consapevolezza [...] del tremendo ruolo che la Scienza può avere sulle cose umane”;
2. “Ma il drammatico impatto portato dalla costruzione della bomba atomica lo ha portato nella pubblica consapevolezza in maniera [...] vivida”;
3. “La professione del ricercatore deve tornare alla sua tradizione di ricerca per l'amore di scoprire nuove verità”;
c) Lettera a Edoardo Amaldi:
4. “È stato un lavoro di notevole interesse scientifico”;
5. “Abbiamo costruito a Chicago la prima macchina per produrre una reazione a catena con uranio e grafite”;
6. “Queste pile rappresentano una ideale sorgente di neutroni [...] e probabilmente verranno usate ancora di più per questo scopo ora che la guerra è finita”;
b) Le interazioni deboli:
7. “Due dati ci permettono di valutare l'importanza del campo di ricerca aperto da Enrico Fermi”;
8. “Conseguiti più di dieci premi Nobel”;
9. “Oltre la metà degli esperimenti attualmente in corso [...] sono dedicati a studiare vari aspetti delle interazioni deboli”;
10. “La teoria di Fermi mantiene ancora oggi il suo valore [...] [e in essa] si riflette la grandezza di Fermi, la firma di un grande maestro”;
Prendiamo poi queste parti e cerchiamo di generalizzarne il contenuto: invece di concentrarci sui dettagli, le storie e i racconti, proviamo a capire quali sono gli argomenti generali di cui si parla. Può anche essere utile trasformare i temi in domande. Per esempio:
Che tipo di persona era Enrico Fermi? (punti 1 e 3);
Qual è l'eredità scientifica di Fermi, rispetto alle ricerche che vengono compiute nella fisica di oggi? (punti 7, 8, 9 e 10);
Che ruolo ha avuto Fermi nel programma nucleare americano? (punti 4, 5 e 6);
Che impatto ha avuto sulla società l'uso dell'energia atomica, sia per scopi civili (centrali nucleari) che militari (bombe atomiche)? (punti 1, 2 e 6);
Questa è la nostra prima bozza di scaletta. Ora sappiamo che parleremo di quattro temi diversi, e che per ciascuno esistono almeno un paio di punti da toccare. Non esiste invece una regola per stabilire in che ordine scrivere le varie parti: un'idea piuttosto semplice può essere andare in ordine cronologico, ricostruendo la storia nell'ordine in cui è avvenuta. Nel nostro caso, aggiungendo introduzione e conclusioni, verrebbe fuori questo:
I) Introduzione;
II) Che ruolo ha avuto Fermi nel programma nucleare americano?
III) Che impatto ha avuto sulla società l'uso dell'energia atomica, sia per scopi civili (centrali
nucleari) che militari (bombe atomiche)?
IV) Qual è l'eredità scientifica di Fermi, rispetto alle ricerche che vengono compiute nella fisica contemporanea?
V) Che tipo di persona era Fermi?
VI) Conclusioni;
La parte che si occupa della personalità di Fermi può essere inserita sia all'inizio che alla fine, a seconda di come ci suona meglio. Fatto questo, la nostra scaletta è completa. Ma come si passa da essa alla scrittura vera e propria? Scrivere gli argomenti in forma di domanda serve proprio a questo: basta rispondere ai quesiti, ricordando che per ognuno ci sono diversi aspetti da sottolineare, come in questo esempio:
Introduzione
I) “È difficile sottovalutare l'importanza di Enrico Fermi, e non solo per il suo lavoro scientifico.
Le conseguenze politiche e sociali delle sue ricerche si estendono fino ai giorni nostri...”;
Corpo del testo (o svolgimento)
II) “Alcuni fra i maggiori contributi di Fermi arrivano con la sua inclusione all'interno del Progetto Manhattan, il programma segreto americano mirato allo sfruttamento dell'energia nucleare...”;
III) “L'energia prodotta con queste modalità sarà destinata ad avere un impatto decisivo nello stabilire l'equilibrio fra le grandi potenze, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Una parte significativa del rapporto fra Stati Uniti e Unione Sovietica, durante la guerra fredda, si basava proprio sul fatto che ognuna delle parti disponeva di una quantità sufficiente di armi nucleari da...”;
IV) “Anche da un punto di vista strettamente scientifico, gli studi di Fermi hanno aperto la strada a moltissime ricerche che ancora oggi impegnano scienziati in tutto il mondo. Come sottolinea il fisico Nicola Cabibbo, infatti...”;
V) “Eppure, nonostante i suoi contributi alla ricerca applicata, Fermi non ha mai smesso di sottolineare quello che a, suo giudizio, è uno degli scopi fondamentali dello scienziato: l'amore per la ricerca di nuove verità...”;
VI) Conclusioni (se necessarie).
Come abbiamo visto, il dossier può essere un ausilio importante, fornirci una guida generale ai diversi aspetti del problema. Sfruttarlo al massimo non potrà che risparmiarci fatica e lavoro inutile, aiutando a consegnare un saggio breve coerente e ben fatto.