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"Orlando furioso" di Ariosto: il castello di Atlante

Introduzione


Nel corso dell'Orlando furioso, Ariosto inserisce due momenti in cui le vicende principali - la guerra tra i Franchi e i Mori e la ricerca di Angelica da parte dei protagonisti - si interrompono, provocando una deviazione del percorso narrativo del poema e delle vicende di diversi personaggi.

Il primo castello di Atlante


Si tratta dei due castelli-trappola creati dal mago Atlante, tutore di Ruggiero. Il mago, conoscendo la profezia della morte del guerriero dopo le sue nozze con Bradamante e la conversione al cristianesimo, lo intrappola in due diversi castelli incantati, nei quali vengono attirati con l’inganno diversi paladini, tra cui lo stesso Orlando. Il primo castello compare inizialmente nel canto II, attraverso il racconto del cavaliere Pinabello, e poi lo ritroviamo nel canto IV:


“Sei giorni me n'andai matina e sera
per balze e per pendici orride e strane,
dove non via, dove sentier non era,
dove né segno di vestigie umane;
poi giunse in una valle inculta e fiera,
di ripe cinta e spaventose tane 1,
che nel mezzo s'un sasso avea un castello
forte e ben posto, a maraviglia bello.

Da lungi par che come fiamma lustri,
né sia di terra cotta, né di marmi.
Come più m'avicino ai muri illustri,
l'opra più bella e più mirabil parmi.
E seppi poi, come i demoni industri,
da suffumigi tratti e sacri carmi 2,
tutto d'acciaio avean cinto il bel loco,
temprato all'onda et allo stigio foco 3.

Di sì forbito 4 acciar luce ogni torre,
che non vi può né ruggine né macchia.
Tutto il paese giorno e notte scorre,
E poi là dentro il rio ladron s'immacchia.
Cosa non ha ripar che voglia tôrre:
sol dietro invan se li bestemia e gracchia.
Quivi la donna, anzi il mio cor mi tiene,
che di mai ricovrar lascio ogni spene 5”.


Il castello, fatto d’acciaio e situato sui Pirenei, è praticamente inespugnabile, in quanto creato dalla magia di Atlante. Solo Bradamante, con un anello magico sottratto a Brunello su indicazione della maga Melissa, può accedervi. Qui Atlante, spinto da sincero amore paterno per Ruggiero, rapisce giovani fanciulle per attirare i cavalieri nel magico edificio con la promessa di piaceri e dolce compagnia. Quando Bradamante vi penetra, nel quarto canto, sfrutta i poteri del suo anello per annullare gli effetti della magia di Atlante. Quest’ultimo combatte poi a cavallo di un ippogrifo, una creatura mitologica nata dall’incrocio tra un cavallo e un’aquila 6, e con l’uso di uno scudo magico che acceca e stordisce gli avversari 7. Quando Bradamante lo sconfigge, Atlante spiega le ragioni del proprio comportamento, svelando la profezia che grava sul capo di Ruggiero e promettendo tutti i propri beni in cambio dell’amato:


"Né per maligna intenzïone, ahi lasso!
(disse piangendo il vecchio incantatore)
feci la bella ròcca in cima al sasso,
né per avidità son rubatore;
ma per ritrar sol dall'estremo passo
un cavallier gentil, mi mosse amore,
che, come il ciel mi mostra, in tempo breve
morir cristiano a tradimento deve.

[...] Deh, se non hai del viso il cor men bello,
non impedir il mio consiglio onesto!
Piglia lo scudo (ch'io tel dono) e quello
destrier che va per l'aria così presto;
e non t'impacciar oltra nel castello,
o tranne uno o duo amici, e lascia il resto;
o tranne tutti gli altri, e più non chero,
se non che tu mi lasci il mio Ruggiero".


Il secondo castello di Atlante


Il secondo castello di Atlante appare nel dodicesimo canto. L’incantesimo del mago è qui più potente: in questo nuovo luogo magico i cavalieri sono attirati dalle loro stesse ossessioni che prendono forma in un’immagine sfuggente ed irreale, ma al tempo stesso irresistibile e seducente. I paladini che entrano nel castello dimenticano tutto, concentrandosi nella ricerca del loro oggetto di piacere; così Orlando rimane imprigionato nel castello, inseguendo l’immagine di Angelica 8. Se nel primo castello erano i piaceri esterni ad attirare i cavalieri, qui invece sono le loro fantasie e le loro ossessioni a portare all’oblio e alla follia i paladini.

Questi due luoghi si presentano come momenti necessari per la formazione di Ruggiero, eroe destinato alla morte prematura, ma anche alla fondazione della famiglia degli Estensi. A rompere quest’incantesimo è proprio - ironia della sorte - l’oggetto del desiderio di tutti i personaggi. Angelica, impadronitasi dell’anello magico che dona l’invisibilità, spezza l’incantesimo del mago, e dà la libertà a tutti, permettendo così il proseguimento dell’intreccio.

1 Il paesaggio selvaggio e privo di vita preannucia la meravigliosità del castello fatato.

2 I demoni “industri” (cioè, che si dedicano con scrupolo al lavoro di costruzione) sono stati evocati dalle arti magiche di Atlante.

3 stigio foco: lo Stige era, nella mitologia greco-romana, uno dei fiumi infernali.

4 forbito: nel senso di “lucido, splendente”.

5 Orlando furioso, II, ottave 41-43.

6 Ivi, IV, ottava 18: “Non è finto il destrier, ma naturale, | ch'una giumenta generò d'un grifo: | simile al padre avea la piuma e l'ale, | li piedi anterïori, il capo e il grifo; | in tutte l'altre membra parea quale | era la madre, e chiamasi ippogrifo; | che nei monti Rifei vengon, ma rari, | molto di là dagli aghiacciati mari”. I monti Rifei, mitologicamente collocati nell’Europa nordorientale presso Iperborea, sono citati anche da Virgilio nella settima egloga.

7 L’elemento della magia e del “meraviglioso” - si pensi anche all’isola incantata della maga Alcina ai canti 6 e 7.

8 Orlando furioso, XII, ottave 20-21: “una persona | che paruta era Angelica ad Orlando, | parve a Ruggier la donna di Dordona [...] a tutti par che quella cosa sia, | che più ciascun per sé brama e desia. | Questo era un nuovo e disusato incanto | ch’avea composto Atlante di Carena, | perché Ruggier fosse occupato tanto | in quel travaglio”.