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"Pinocchio" di Collodi: riassunto della trama

Introduzione

Pinocchio, il cui titolo originale è Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino, è un romanzo di Collodi (pseudonimo letterario di Carlo Lorenzini), pubblicato nel 1883 dall’editore Paggi di Firenze, che narra le avventure per mezzo delle quali un burattino di legno, dopo un lungo percorso di maturazione ed apprendimento, riesce a diventare un ragazzino vero 1.

Riassunto per capitoli

La vicenda si apre nella bottega di falegname di mastro Antonio, detto “Ciliegia” per il grosso naso perennamente rosso; un giorno, mentre egli sta lavorando un pezzo per ricavarne la gamba di un tavolino, sente provenire dal tronchetto la richiesta di non fargli il solletico. Ciliegia, terrorizzato, sviene dalla paura (capitolo 1). Il falegname si riprende quando nella bottega entra il collega Geppetto, detto “polendina” dal colore della parrucca giallognola; quest’ultimo è alla ricerca di un pezzo di legno per costruirsi un burattino per guadagnarsi “un tozzo di pane e un bicchier di vino”. Ciliegia vorrebbe cogliere l’occasione per rifilare a Geppetto il legno incantato, ma la voce di Pinocchio saluta Geppetto col suo soprannome. Geppetto si infuria e, accusando mastro Antonio dell’offesa, si prende a botte con l’amico. Presto riappacificatisi, i due concludono l’affare, ma Pinocchio si libera dalla presa di Ciliegia e rifila un calcio a Geppetto: ne segue una nuova lite e una nuova riappacificazione (capitolo 2). Tornato a casa, Geppetto scolpisce la sua marionetta ma è sorpresissimo quando questa prende vita da sé, gli ruba la parrucca e fugge per le strade. Un carabiniere ferma Pinocchio, ma poi arresta Geppetto quando sente dai passanti che egli è “un vero tiranno con i ragazzi” (capitolo 3). Pinocchio torna allora a casa, dove un Grillo parlante lo ammonisce sul destino dei ragazzi che non rispettano i genitori e che non vogliono andare a scuola. Pinocchio lo uccide, schiacciandolo sulla parete con un martello (capitolo 4). Il protagonista, in assenza del padre, ha però fame, ed è costretto, rimpiangendo di non aver ascoltato il Grillo, a mendicare del pane nel paese vicino (capitolo 5). In paese Pinocchio è scacciato in malo modo da una casa nella quale ha chiesto da mangiare e, sulla via del ritorno, è pure sorpreso dal temporale. Messosi a riposare di fronte a della brace accesa, si sveglia la mattina seguente con i piedi bruciati; Geppetto è intanto tornato dal carcere (capitolo 6). Pinocchio dice che è stato il gatto a mangiargli i piedi e poi mangia tre pere, che costituivano la colazione di Geppetto (capitolo 7). Geppetto, spinto a compassione, crea due nuovi piedi a Pinocchio e poi, per mandarlo a scuola, gli prepara “un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza d’albero e un berrettino di midolla di pane” e, vendendo la sua vecchia casacca di fustagno, gli procura il libro di testo, “l’abbecedario” (capitolo 8).

Sulla via per andare a scuola, Pinocchio si imbatte però nel Gran Teatro dei Burattini; per l’ingresso la marionetta vende il suo libro nuovo (capitolo 9). Le marionette dello spettacolo, tra cui Arlecchino e Pulcinella, invitano Pinocchio a salire sul palco con loro ma Mangiafuoco, il burbero proprietario del Teatro, minaccia di punirlo per aver interrotto lo spettacolo (capitolo 10). L’uomo vorrebbe gettare Pinocchio nel fuoco per cucinare un montone ma, rivelando un animo in realtà buono e sensibile, si intenerisce di fronte alle richieste di pietà del burattino (capitolo 11). Mangiafuoco regala anzi cinque monete d’oro a Pinocchio perché torni a casa da Geppetto, ma sulla strada del ritorno il Gatto e la Volpe, due esperti truffatori, convincono il burattino a seguirli per piantare il denaro al Campo dei Miracoli al paese dei Barbagianni per ricavarne “duemilacinquecento zecchini lampanti e sonanti” la mattina dopo (capitolo 12). I tre si fermano all’Osteria del Gambero Rosso, dove il Gatto e la Volpe si fanno offrire una cena luculliana e nottetempo, mentre Pinocchio sogna le sue future ricchezze, se ne vanno. Pinocchio è svegliato a mezzanotte dall’oste, che gli dice che i due lo attendono all’alba al Campo dei Miracoli. Pinocchio parte immediatamente e nelle tenebre incontra l’ombra del Grillo parlante, che lo avvisa senza successo dei rischi a cui va incontro (“Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito o sono matti o imbroglioni! Dài retta a me, ritorna indietro.”) (capitolo 13). Il protagonista incontra però gli Assassini (il Gatto e la Volpe travestiti) e nasconde in bocca le monete d’oro per non doverle consegnare; Pinocchio morde poi uno degli aggressori, staccandogli di netto “uno zampetto di gatto”, e fugge per quindici chilometri arrampicandosi poi su un pino. I due Assassini lo costringono a scendere appiccando il fuoco all’albero: l’inseguimento prosegue (capitolo 14). Pinocchio vede “una casina candida come la neve” dove chiede disperatamente aiuto: si affaccia una Bambina, “coi capelli turchini e il viso bianco come un’immagine di cera, gli occhi chiusi e le mani incrociate sul petto”, che spiega che in casa sono tutti morti e che anche lei sta attendendo la bara che la porti via. I due Assassini acciuffano Pinocchio e lo impiccano alla Quercia grande. I due se ne vanno lasciando Pinocchio in agonia (capitolo 15).

La Bambina dai capelli turchini, che in realtà è una fata, ordina ad un Falco e al suo cane tuttofare Medoro di recuperare il corpo del burattino e convoca poi tre medici (un Corvo, una Civetta e il redivivo Grillo parlante) per sapere se Pinocchio è ancora vivo. Il Grillo rimprovera aspramente Pinocchio, che piange (capitolo 16). Il burattino, benché febbricitante, non vuole bere la medicina amara che gli porge la Fata; entrano allora in camera quattro conigli neri che portano con sé una bara, e Pinocchio si convince a curarsi. Racconta poi la sua vicenda alla Fata e dice più volte di aver perso le monete, ma ad ogni sua bugia gli si allunga un po’ il naso, perché come spiega la Fata stessa (capitolo 17):

“Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perchè ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo”.

La Fata propone a Pinocchio di vivere lì con lei, tanto più che Geppetto li raggiungerà a breve: Pinocchio accetta e va incontro al padre in mezzo al bosco, dove però incontra nuovamente il Gatto e la Volpe, che gli propongono ancora di seppellire le monete nel campo miracoloso della città di Acchiappacitrulli (capitolo 18). Pinocchio, dopo una breve attesa, toran al campo, dove un pappagallo gli svela l’inganno; rivoltosi ad un giudice-Gorilla, viene però incarcerato per quattro mesi, in seguito ai quali può uscire di galea sfruttando un’aministia imperiale (capitolo 19). Pinocchio corre a casa della fatina, ma un gigantesco serpente gli sbarra la strada; nel saltarlo, Pinocchio inciampa e cade conficcando la testa nel fango. Il serpente muore dal ridere ma Pinocchio, entrato in un filare per cogliere dell’uva, rimane intrappolato in una tagliola (capitolo 20). Il contadino proprietario del campo lo costringe a fare da cane da guardia alle sue proprietà al posto del cane defunto, Melampo (capitolo 21). Sopraggiungono nottetempo le faine, che avevano un accordo segreto con Melampo per poter saccheggiare indisturbate il pollaio: Pinocchio finge di assecondarle ma poi le fa catturare dal contadino, che per riconoscenza lo libera (capitolo 22). Pinocchio si precipita dall Fata turchina, ma scopre che è morta di dolore per la sua assenza; un grosso Colombo gli rivela che invece Geppetto si sta costruendo una barchetta per attraversare l’Oceano, alla disperata ricerca del figlio. I due partono in volo verso la spiaggia, dove Pinocchio non può far altro che vedere la barca di Geppetto affondare all’orizzonte (capitolo 23). Tuffatosi in acqua, Pinocchio, dopo aver nuotato tutta notte, è sbalzato sull’isola delle Api industriose, dove un Delfino gli svela l’esistenza di un gigantesco Pesce-cane, che probabilmente ha inghiottito Geppetto e la sua barca. Pinocchio arriva poi in città, dove tutti lavorano in maniera indaffarata. Pinocchio, che ha fame e ma che non vuole faticare per guadagnarsi il pane, aiuta alla fine una donna a portare delle brocche d’acqua in cambio di un pasto. La donna si rivela essere la Fata turchina (capitolo 24).

La Fata, che ora è cresciuta e può fare da “mamma” a Pinocchio, fa promettere al burattino ch’egli diventerà un bambino vero se sarà ubbidiente, andrà a scuola e non racconterà più bugie (capitolo 25). Pinocchio a scuola si distingue da subito come uno scolaro serio e diligente, fino al giorno in cui alcuni compagni gli svelano che il gigantesco Pesce-cane che ha inghiottito Geppetto è stato avvistato di fronte alla spiaggia (capitolo 26). Ma si tratta solo di una “brutta celia” dei compagni, invidiosi dei suoi bei voti; scoppia dunque una rissa in cui un ragazzino rimane ferito. Pinocchio viene dunque arrestato da due carabinieri ma, sulla via del carcere sfugge al loro controllo, e si ritrova inseguito da un feroce mastino, Alidoro (capitolo 27). Per sfuggire al cane, Pinocchio si tuffa in mare, e poi salva il mastino che rischia di affogare, ma viene pescato dalla rete di un mostruoso pescatore, che vuole friggerlo in padella (capitolo 28). Rientra però in scena Alidoro, che salva Pinocchio e lo riporta in paese. Pinocchio si informa sulle condizioni di salute del ragazzino ferito sulla spiaggia e si procura un nuovo vestito, fatto di tela di sacco. Temendo che la Fatina non lo perdonerà più per l’ennesima bravata, bussa alla porta di casa solo a notte fonda, ma la Lumaca di guardia gli apre solo il mattino seguente. Pinocchio, che ha tirato un calcio nella porta e vi è rimasto incastrato dentro con un piede, sviene dalla fame quando la Lumaca gli porta una colazione fatta di gesso, Risvegliatosi presso al Fatina, le assicura che d’ora in poi si comporterà in maniera irreprensibile. E a fine anno Pinocchio risulta il miglior alunno della classe, tanto che la fatina, promettendogli di trasformarlo l’indomani in un bambino, organizza una gran festa con “dugento tazze di caffè-e-latte e quattrocento panini imburrati di dentro e di fuori” (capitolo 29). Quando però Pinocchio invita Romeo, detto Lucignolo e considerato “il ragazzo più svogliato e più birichino di tutta la scuola”, questo gli propone una nuova avventura: partire subito per il “Paese dei Balocchi” al di là del mare, dove non esistono libri né professori e dove è sempre vacanza (capitolo 30).

Il burattino decide di seguire Lucignolo senza ascoltare il misterioso avvertimento di un asino che traina il carro che li condurrà laggiù (capitolo 31). Pinocchio tracorre cinque mesi senza libri e lezioni, ma una mattina si sveglia e scopre che, a partire dalle orecchie, si sta trasformando in un asino, così come il suo amico Lucignolo (capitolo 32). Pinocchio viene così venduto ad un impresario di circo, che lo vuole utilizzarlo come fenomeno da baraccone per attrarre pubblico; durante l’esibizione, nella quale intravede la Fatina nel pubblico, Pinocchio si azzoppa. L’impresario lo cede ad un compratore che, volendone ricavare pelle da tamburo, butta il somaro a mare con una pietra al collo, per farlo affogare e recuperarne il cadavere con una fune (capitolo 33). Pinocchio però torna in superficie con le sembianze di un burattino: la Fata ha infatti mandato “un branco infinito di pesci” a mangiare il corpo dell’asino e liberare così il burattino. Pinocchio si allontana dunque a nuoto, e scorge uno scoglio su cui si trova una capretta dalla lana color turchino come la Fata. Tuttavia, il protagonista, poco prima di toccare terra, viene inghiottito dal Pesce-cane (capitolo 34). Intravisto un lumicino nel gigantesco stomaco del pesce, Pinocchio scopre che si tratta di Geppetto, abbandonato due anni prima e anch’egli mangiato dal Pesce-cane dopo il naufragio della sua imbarcazione. Dato che le porvviste scarseggiano, Pinocchio organizza un piano di fuga: uscire nottetempo dalla bocca spalancata del mostro (capitolo 35). Fuggiti rocambolescamente dalla bocca del Pesce-cane, Geppetto e Pinocchio sono aiutati da un tonno a giungere a riva. Sulla strada verso casa, incontrano prima il Gatto e la Volpe, ridotti a chiedere l’elemosina, e poi, in una piccola casetta, il Grillo parlante. Per curare Geppetto, Pinocchio inizia a lavorare in una fattoria lì vicina (dove trova pure Lucignolo, ancora asino e in fin di vita) e prosegue gli studi da solo. Un giorno viene a sapere dalla Lumaca che la Fatina è ricoverata in ospedale, gravemente ammalata. Pinocchio le dona le sue quaranta monete e la sogna quella stessa notte. Il mattino seguente, Pinocchio si svela e scopre di essere un bambino vero, con una bella casa, dei vestiti e un nuovo portamonete regalatogli dalla Fata; anche Geppetto, tornato a fare il falegname, ha pienamente recuperato la sua salute. Di Pinocchio, non resta che (capitolo 36):

un grosso burattino appoggiato a una seggiola, col capo girato sur una parte, con le braccia ciondoloni e con le gambe incrocicchiate e ripiegate a mezzo, da parere un miracolo se stava ritto.

1 L’opera, ad oggi una delle più lette, tradotte e conosciute al mondo, non nasce secondo un disegno unitario ed organico: su invito di Guido Biagi (1855-1925), Collodi, che sin dalla traduzione delle fiabe di Perrault nel 1875 (1628-1703) è attento alle potenzialità della narrativa per l’infanzia, invia le prime due puntate al «Giornale per i bambini» (7 luglio 1881) diretto da Ferdinando Martini. A questo incipit, che in realtà Collodi scrive solo per pagarsi dei debiti di gioco, seguono poi altre otto puntate tra il luglio e l’ottobre di quello stesso anno. La conclusione che Collodi vuole dare alla sua storia (Pinocchio muore impiccato dagli Assassini) non soddisfa affatto i lettori, che con le loro proteste convincono l’autore a “resuscitare” il protagonista. Le nuove avventure del burattino lo portano alla fine, in accordo con il proposito pedagogico dell’opera, ad acquisire fattezze umane o, per dirla con le parole di Pinocchio stesso, a diventare “un ragazzino perbene”.