La fine della Seconda guerra mondiale: dallo sbarco in Normandia al processo di Norimberga

La conclusione del secondo conflitto mondiale prende le mosse dalla conferenza di Teheran (28 novembre - 1 dicembre 1943): Stalin, Roosevelt e Churchill pianificano una strategia comune per battere definitivamente il nazifascismo. Nel corso della conferenza emergono differenti posizioni tra Churchill, che vorrebbe concentrare i contingenti alleati in Italia o nei Balcani (per contrastare un possibile attacco di Stalin), e del presidente Roosevelt, che sostiene invece un intervento in Francia come punto di partenza di operazioni più capillari fino all’Europa del sud. Mentre in Italia la Resistenza partigiana combatte la guerra di Liberazione, iniziano i preparativi per il D-day. Il 6 giugno del 1944 inizia l’Operazione Overlord che porta ad una veloce conquista della Francia sfruttando la superiorità delle forze alleate e giocando sul fattore sorpresa. Il generale De Gaulle entra a Parigi il 26 agosto del ’44. Hitler reagisce allo sbarco in Normandia con l’offensiva delle Ardenne, con la quale riesce a sfondare temporaneamente l’avanzata del contingente statunitense e inglese. Tuttavia, il 7 marzo del ’43 gli alleati passavano il Reno a Remanghen, e l’11 aprile l’Armata Rossa entra a Vienna. Il 25 aprile le truppe statunitensi si incontrano con quelle sovietiche sull’Elba. Alla fine di aprile muoiono Mussolini e Hitler (il primo fucilato dai partigiani, il secondo suicida), a pochi giorni dall’armistizio di Reims (7 maggio 1945).

Il processo di Norimberga chiude la Seconda Guerra Mondiale: diciotto nazioni, che fanno capo alle Nazioni unite, riunirsi per  condannare i responsabili dei crimini di guerra appartenenti ai paesi europei aderenti all’Asse.  Il processo viene celebrato a Norimberga per il valore simbolico che la città ha assunto nell’ascesa del nazismo: lì erano state emanate le leggi razziali. Gli imputati sono condannati per “crimini contro la pace”, per “crimini di guerra” e per “crimini contro l’umanità”. Nonostante le opposizioni della difesa e l’atteggiamento arrogante dei gerarchi nazisti alla fine del settembre del 1946 sono emesse le sentenze di condanna a morte.