Il fascino del male nella Gerusalemme liberata di Torquato Tasso spiegato da Alessandro Condina.
Nel poema Gerusalemme liberata il male sembra esercitare sui lettori e su Tasso stesso un certo fascino, al punto che alcuni passi e personaggi hanno portato a un'interpretazione psicoanalitica, secondo cui il poeta è diviso tra il desiderio di aderire ai principi e ai valori della Controriforma e una tensione a conservare e recuperare la libertà propria del mondo rinascimentale del primo Cinquecento.
I personaggi malvagi sono delineati in maniera oscura, ma con una loro grandezza, che suscita interesse e attrazione. Da una parte si possono trovare descrizioni angosciose di mostri e demoni, che provocano orrore e terrore, come quella dei diavoli chiamati a raccolta da Lucifero per difendere Gerusalemme, dall'altra il male viene incarnato da figure sensuali, affascinanti, come nella descrizione di Armida. Armida è una maga inviata dal principe di Damasco per catturare e distogliere i cavalieri cristiani dalla loro missione con la sua bellezza e i suoi incantesimi. La maga, che appare nel campo cristiano come una giovane pagana in cerca di aiuto, riuscirà a rinchiudere in un castello incantato i migliori cavalieri dell'esercito.
Il personaggio, che incarna pienamente il male, ma in una grandezza straordinaria, è Solimano, il Soldano, che viene invocato dalla furia Aletto. La grandezza spaventosa e terribile di questa figura è paragonata alla tempesta, al fiume che travolge alberi e case, alla folgore e a un terremoto. Indossa un elmo spaventoso e inquietante, sulla cui cima si trova un serpente che nella battaglia sembra prendere vita, come un prodigio agghiacciante.
Alessandro Condina è giornalista e docente liceale di italiano e latino a Milano. Si è laureato all'università di Messina con una tesi sul Commentario all'Apocalisse di Apringio di Beja. Collabora con varie testate online, tra cui D - La Repubblica e Blogo. Pensa che il web possa essere un ottimo strumento per la didattica, oltre che per l'informazione.
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