Cosa sono i verbi impersonali?
I verbi impersonali sono quei verbi che, invece di prevedere un soggetto determinato (che sia una persona, una cosa, un animale o un’entità astratta), non sono assegnabili ad una persona precisa e sono utilizzati esclusivamente alla terza persona singolare dei modi finiti oppure nei modi indefiniti. Insomma, i verbi impersonali non hanno un soggetto ma esprimono un’azione che non può venir attribuita a persone o cose determinate, ma che nonostante ciò si verifica comunque.
Sono dei tipici verbi impersonali quelli che definiscono dei fenomeni atmosferici, come piovere, piovigginare, albeggiare, imbrunire, nevicare, grandinare, tuonare e alcune locuzioni composte da fare + aggettivo, come ad esempio fa caldo o fa freddo. Ad esempio:
Siamo tornati a casa che già albeggiava;
Piove da giorni;
Tuona all’orizzonte;
Qui fa davvero freddo!
Impersonali (o generalmente considerati tali) sono anche alcuni verbi e locuzioni quando vengono utilizzati alla terza persona singolare. Sono verbi che esprimono necessità, accadimenti, convenienza come bisognare, accadere, occorrere, sembrare, parere, importare. Le locuzioni verbali, invece, sono formate dai verbi andare, essere, stare, legati a un oggetto o un avverbio. Per esempio:
Bisogna andare a scuola fino all’età dell’obbligo;
Non sta bene mangiare con la bocca aperta;
È sembrato a tutti che la situazione stesse migliorando.
Nella creazione dei tempi composti, l’ausiliare da utilizzare è essere; con i verbi indicanti fenomeni meteorologici ed atmosferici, è possibile, soprattutto nella lingua parlata, l’ausiliare avere.
In ogni caso, è bene notare che ogni verbo può diventare impersonale attraverso l’uso della particella si davanti alla terza persona singolare. Per esempio:
Alle otto si va via;
Si pensava di pranzare da Gianni;
Si diceva tra di noi che si potrebbe partire presto domattina.
L’uso della particella si
La particella si, oltre al valore impersonale, può avere anche usi differenti ed essere presente in svariate costruzioni, in cui il si assume:
- valore riflessivo, a sua volta distinguibile in proprio, apparente, o reciproco.
- valore pronominale 1.
- valore passivante 2.
1 Il valore pronominale della particella si è proprio di quei verbi che si possono avere unicamente in forma riflessiva e che, generalmente, sono verbi di sentimento. Per esempio: “Cecilia si vergogna della sua nuova pettinatura”; “Nicoletta si è pentita di aver copiato”.
2 il valore passivante si ha quando la particella si è seguita da un verbo transitivo con il complemento oggetto che, a sua volta, si accorda col verbo, costituendone di fatto il soggetto. Per esempio la frase “Si mangiano spaghetti con le vongole” può essere intesa come: “Gli spaghetti con le vongole vengono mangiati [da noi]”.