Cos’è l’avverbio?
Una parte del discorso di importanza fondamentale (anche se spesso sottovalutata) è l’avverbio. L’avverbio è una parte invariabile del discorso (come preposizioni e congiunzioni) con cui specifichiamo, determiniamo o modifichiamo il significato di una frase (in relazione al suo verbo, ad un nome, ad un aggettivo o anche all’intera frase). Dal punto di vista logico-semantico, l’avverbio ricopre molti significati distinti: temporale, di quantità, di luogo, di modo e molti altri ancora.
Gli avverbi possono essere composti o derivati.
- Gli avverbi composti sono costituiti da due (o anche più) elementi diversi; tra gli esempi che si possono fare: dappertutto, talora, indietro, infatti, ecc.
- Gli avverbi derivati invece sono ottenuti aggiungendo ad alcune parole (aggettivi o nomi) i suffissi -mente oppure -oni; alcuni esempi possono essere silenziosamente, ugualmente, fortemente, ruzzoloni, ecc.
Oltre a questi ci sono anche le locuzioni avverbiali, cioè delle unità del discorso formati da due o più parole, disposte secondo una serie fissa: a poco a poco, passo passo, quasi quasi, a stento, di sicuro, a faccia a faccia, quasi quasi, di tanto in tanto, di bene in meglio.
Categorie dell’avverbio
Gli avverbi possono venire distinti in varie categorie in base al significato della frase a cui appartengono. Abbiamo così:
- Avverbi qualificativi o di modo: specificano la modalità con cui di un’azione, o aggiungono una sfumatura al significato del verbo, come ad esempio: bene, male, volentieri, lentamente, piano, forte, ecc. Ad esempio:
Laura ha cantato bene;
Vedo Davide volentieri.
- Avverbi di tempo: determinano il tempo impiegato per svolgere un’azione, o collocano in una sequenza temporale (anteriorità, contemporaneità, posteriorità) ciò di cui parliamo: prima, dopo, ancora, subito, ecc. Per esempio:
Vado a correre prima di andare al lavoro;
Quando ho avuto bisogno, l’idraulico è arrivato subito.
- Avverbi di luogo: quando collocano un’azione o un oggetto in un determinato spazio o in relazione a ciò di cui si parla: su, giù, lì, sopra, sotto, dentro, fuori, ecc. Ad esempio:
Ho lasciato lì il computer;
Ti aspetto fuori.
- Avverbi di quantità: si riferiscono a una quantità (senza definirla con esattezza), come: troppo, poco, abbastanza, più, meno, ecc. Ad esempio:
Ieri ho mangiato poco;
Mi sono abbastanza divertito.
- Avverbi di giudizio/affermazione/negazione: quando trasmettono un atteggiamento o un giudizio: veramente, sicuramente, davvero, probabilmente, ecc. Ad esempio:
Al concerto di divertiremo sicuramente;
Roberto Baggio era davvero un grande giocatore.
- Avverbi interrogativi/esclamativi: quando introducono una domanda o un’esclamazione: quando, come, dove, quanto, perché, ecc. Ad esempio:
Quando posso avere l’appuntamento?;
Come era bello ieri il tramonto!
- Avverbi presentativi: in realtà è solo uno, ecco, e si utilizza per annunciare o indicare qualcosa; possiamo per esempio dire:
Ecco che arriva Francesca;
Ecco l’autobus.