Cavalcanti

"Perch'io no spero di tornar giammai" risponde alla forma metrica della ballata? La ballata è suddivisibile in fronte e sirma? Oppure tale ripartizione è possibile farla solo nella forma della canzone? Potrei avere qualche informazione in più a riguardo di quest'opera? Sono confusa :( Grazie!


il 06 Luglio 2015, da Alfabeto Irene

luca ghirimoldi il 07 Luglio 2015 ha risposto:

Ciao Irene, sì, confermo: “Perch’i’ no spero di tornar giammai” di Cavalcanti (qui un’introduzione dettagliata alla sua poetica: https://library.weschool.com/lezione/cavalcanti-stilnovo-poesie-guelfi-e-ghibellini-10963.html) è una ballata. La ballata è una forma metrica affermatasi nel Duecento nel contesto della lirica siculotoscana ( https://library.weschool.com/lezione/poeti-sicilia-4835.html) e stilnovistica ( https://library.weschool.com/lezione/dolce-stil-novo-dante-4989.html) e codificata da Dante; è un metro tipico della poesia di argomento religioso (ad esempio, nella “lauda”) e della lirica amorosa (ecco qui una definizione più analitica: https://library.weschool.com/definizione/ballata.html). Di solito, si fa derivare la struttura della ballata dalla stanza di una canzone, ed è in tal senso composta di fronte e sirma, con una ripresa (detta anche ritornello o refrain: https://library.weschool.com/definizione/refrain.html) che, con accompagnamento musicale, si canta tra una stanza e l’altra e/o alla fine del componimento. L’ultimo verso di ogni è in rima con un verso della ripresa (nel caso di “Perch’i’ no spero”: “onore - dolore - core - amore - valore”). Dal punto di vista della classificazione, le ballate si distinguono in base al tipo di ripresa e al numero dei suoi versi; tra i vari tipi abbiamo quindi la zagialesca, la ballata italiana o “antica”, la ballata grande, quella minima e quella mezzana. “Perch’i’ no spero di tornar giammai” fa parte della tipologia “stravagante” (secondo la denominazione che trovi in P. Beltrami, “Gli strumenti della poesia”, Bologna, Il Mulino, 1996, che è davvero utile per le questioni di metrica e poesia), ovvero quella con una ripresa di sei versi (un endecasillabo e cinque settenari, a schema: Xyywwz). Il testo ha poi una “fronte” divisa in due mutazioni (o piedi) a rima ABAB (endecasillabi) e una sirma di sei versi (un endecasillabo e cinque settenari) a schema Bccddz, con l’ultimo verso che appunto riprende l’ultimo della ripresa. La ballata di Cavalcanti sviluppa un vero e proprio topos ( https://library.weschool.com/definizione/topos.html) della letteratura medievale, ovvero quello del saluto del poeta alla sua terra d’origine (o, in alternativa, alal donna amata) da cui è lontano per un impedimento personale o per motivi politici. Si tratta del resto di una caratteristica che la ballata condivide con il congedo della canzone ( https://library.weschool.com/lezione/metrica-italiana-struttura-canzone-chiare-fresche-e-dolci-acque-8196.html). Il poeta affida dunque alla “ballatetta” (v. 2) il compito di recarsi dalla donna amata (“donna mia”, v. 4) per recarle novità e notizie sul poeta. Non è certo che dietro a “Perch’i’ no spero di tornar giammai” ci sia davvero un motivo reale, dato appunto che il tema è assai convenzionale: la ballata potrebbe infatti riferirsi al periodo dell’esilio politico nella zona di Sarzana dopo i tumulti fiorentini del giugno del 1300 (esilio che poi risulterà fatale al poeta, che morì di malaria) oppure al pellegrinaggio di Cavalcanti a Santiago di Compostela, che Guido fu costretto ad interrompere perché Corso Donati, suo rivale politico, tentò di ucciderlo durante il viaggio. Va aggiunto che il testo presenta anche tutti i tratti caratteristici della poetica cavalcantiana come l’azione degli “spiriti” (v. 20) come forze fisiologiche, la sofferenza d’amore che porta addirittura alla morte (vv. 11-16; 17-20; vv. 37-40) la servitù stilnovistica d’amore (vv. 33-36), che puoi ritrovare anche in “Voi che per li occhi mi passaste ‘l core” ( https://library.weschool.com/lezione/stilnovo-voi-che-per-li-occhi-mi-passaste-l-core-cavalcanti-parafrasi-poesie-5016.html) e “Donna me prega” ( https://library.weschool.com/lezione/guido-cavalcanti-sonetto-5570.html). Un saluto! :)


Grazie mille, come sempre esauriente e dettagliato. :) - Alfabeto Irene 07 Luglio 2015