Italo Svevo

Io volevo chiedere come mai Svevo decide di rappresentare il padre in punto di morte?


il 18 Febbraio 2016, da Chiara Andrei

Matilde Quarti il 19 Febbraio 2016 ha risposto:

Ciao Chiara, la rappresentazione del padre di Zeno in punto di morte fa parte del più ampio processo di caratterizzazione del personaggio. Difatti quando Zeno trova il padre morente, inizialmente non dà peso ai segnali che indicano la gravità della situazione. Quando se ne rende conto però si profonde in lacrime tardive, che suonano di più come lacrime di coccodrillo che come espressione di un vero e proprio dolore. Zeno infatti, più che piangere per suo padre piange per "l'abitudine" di suo padre. Questa ambiguità di Zeno è sottolineata dalla sua richiesta al medico di porre fine alle sofferenze del padre ormai privo di coscienza: il medico si rifiuta e Zeno ha il timore che, in caso si dovesse risvegliare per qualche breve momento, il padre lo accusi di qualcosa. Ha, insomma, la coscienza sporca. Ultimo, ma fondamentale punto è quello della morte vera e propria del padre: per un momento il padre di Zeno apre gli occhi, tira uno schiaffo al figlio, e poi muore. Lo schiaffo potrebbe insomma essere il riflesso condizionato di un moribondo, oppure un vero e proprio messaggio rivolto a Zeno, una condanna della sua condotta: Zeno non lo potrà mai sapere, vivrà nel dubbio e nell'inconscia ambivalenza. Se volessi approfondire ti segnalo questo contenuto proprio sulla morte del padre di Zeno: https://library.weschool.com/lezione/la-coscienza-di-zeno-la-morte-di-mio-padre-capitolo-4-5564.html Ciao!


Si ma può essere considerato un tratto autobiografico? - Chiara Andrei 19 Febbraio 2016

Ti ricordo che la famiglia di Italo Svevo ( o meglio di Ettore Schmitz ) era di religione ebraica, religione in cui il padre riveste un ruolo fondamentale, sia come capo-famiglia sia nell'educazione dei figli. Inoltre, come ben saprai, anche per la psico-analisi, spesso denigrata dall'autore, il padre assume una posizione cardine ( il protagonista, Zeno, è diviso, infatti, tra l'odio per il padre e l'ammirazione nei suoi confronti, che frequentemente si traduce in emulazione; si veda il vizio del fumo ). Dunque, il padre assolve ad un ruolo estremamente importante nell'ottica del romanzo, anche per deridere i precetti psicoanalitici. Del resto, un cognato di Svevo era in cura presso un allievo di Freud, il medio Edoardo Weiss, per cui non stupisce l'influenza della psico-analisi sulla sua produzione e tanto meno una certa incidenza autobiografica ( per quanto riguarda il rapporto con il padre ed anche con la madre; pur con la dovuta cautela ). Con la speranza di aver aggiunto informazioni d'utilità, porgo un caloroso saluto. Apollonio Rodio. - Apollonio Rodio 20 Febbraio 2016