Nietzsche
Nietzche è stato studiato allontanadolo sempre più dalla colpa di esser stato la sorgente dell'ideologia nazista, spostando l'asse di questo fardello sull'errata intepretazione dei suoi scritti e sulla demonizzazione della sorella. Ma leggendo attentamente molti dei suoi scritti, è inevitabile osservare la sua netta e inconscia legittimazione del furuto nazifascimo. Allora mi chiedo...non studiamo questo grande filosofo con troppo moralismo?
il 17 Febbraio 2015, da Riccardo Palliggiano
Ciao Riccardo, la questione che hai posto è molto interessante e molto delicata e personalmente da questo punto di vista preferisco muovermi sul terreno dell'opinione. Per quanto mi riguarda, però, non mi trovo d'accordo con l'interpretazione che proponi. Mi spiego, il nazismo non è sorto da Nietzsche, ma da una complessa situazione socio-politica che affonda le sue radici nella Prima guerra mondiale, in più la fama del filosofo tedesco è nata quando ormai la malattia aveva già fatto il suo corso. Insomma, Nietzsche è morto nel 1900 e per quanto si possano trovare dottrine interpretabili alla luce dell'ideologia nazista (e che, a mio avviso, sono principalmente quella della volontà di potenza e altre contenute in "La nascita della tragedia"), non penso si possa incolpare retroattivamente un pensatore di aver legittimato qualcosa di cui non poteva in alcun modo prevedere l'esistenza (ricordiamo anche che Nietzsche non scrive a ridosso dell'ascesa di Hitler, ma grossomodo dalla fine degli anni '60 dell'ottocento al 1888). Certo, la filosofia di Nietzsche è stata accostata al nazismo fin dagli anni '30 da Alfred Baumler, ma non penso che riconoscere il ruolo che la sorella ha avuto nella manipolazione dei suoi testi inediti si possa definire "demonizzare". La rivalutazione di Nietzsche avviene infatti proprio al termine della guerra, dopo un attento studio filologico dei testi del filosofo. Insomma, questo è il mio parere sulla questione, spero che possa esserti utile, ti mando un saluto! :)
Ringrazio entrambi per le risposte molto precise. Volevo puntualizzare il fatto che la mia considerazione era una critica non a Nietzsche, privo ovviamente di qualsiasi colpa come avete voi scritto, ma all'atteggiamento di molti studiosi che porta spesso a nascondere il fatto che la Filosofia di Nietzsche sia una delle spinte ideologiche su cui il Nazismo ha maggiormente fondato le proprie basi, trovando in essa una legittimazione teorica. Il "demonizzare" è un termine forte che ho utilizzato perchè credo sia quasi riduttivo incolpare sciattamente la sorella di aver manipolizzato il suo pensiero. La questione è: se Nietzsche fosse stato testimone della politica nazifascista, quanto ne sarebbe stato compiaciuto? mistero - Riccardo Palliggiano 22 Febbraio 2015
Anche il Romanticismo - tedesco e non - ( esaltazione della nazione ) pone alcune delle basi per le teorie naziste e pure Fichte, per citare un altro filosofo; si vedano "Discorsi alla nazione tedesca". Ma non per questo dobbiamo ignorarli o soffermarci solamente ai contributi negativi. Nietzsche, va riconosciuto, era indubbiamente una persona brillante, geniale ed un estimatore notevole della cultura classica, greca nello specifico. Del resto, molte delle filosofie, che hanno attraversato la storia, potrebbero portare ad esiti assurdi ed insensati ( o addirittura catastrofici ), se abbracciate integralmente ( o manipolate, o fraintese, ecc. ). Se uno dovesse sposare a pieno il pensiero di Schopenhauer, non gli rimarrebbe che deprimersi. Tuttavia Schopenhauer era un uomo assai colto, appassionato anch'egli della cultura classica e della cultura orientale. Quindi, in conclusione, occorre essere di ampie vedute quando si affronta il pensiero di un qualsiasi filosofo, per non dare eccessivo peso ad aspetti che fanno scalpore sì, ma che talora sono veramente marginali ( nel caso di Nietzsche e il nazismo forse non si può parlare di marginalità, ma ugualmente si deve procedere cauti con le affermazioni ). Buona notte, Apollonio Rodio. - Apollonio Rodio 22 Novembre 2015
Ciao Riccardo.. Come già spiegato da Matilde, il problema che poni è molto complesso e tutt'ora dibattuto. Anzitutto, non tutti, ad esempio, son concordi con l'interpretazione secondo la quale la sorella avrebbe manipolato i testi dell'ultimo Nietzsche.. Tuttavia, tutti sono costretti a riconoscere che effettivamente in testi come "Al di là del bene e del male" e in "Ecce homo", vi sono aspetti antidemocratici e antiegualitari, che danno al concetto di volontà di potenza una valenza di sopraffazione e dominio.. (cito la frase tratta da "Al di là del bene e del male": "la vita è essenzialmente appropriazione, offesa, sopraffazione di tutto quanto è estraneo e più debole, oppressione, durezza, imposizione di forme proprie"). Ernst Nolte, storico e filosofo, sulla base di affermazioni come queste si era spinto ad affermare che "senza taluni aspetti del nietzscheanesimo il nazismo non sarebbe divenuto ciò che fu, più di quanto il movimento operaio non sarebbe stato ciò che era stato senza il marxismo"; tale lettura fu poi portata alla sua massima espressione dal già citato Baumler, nel testo "Nietzsche, il filosofo e la politica". Maurizio Ferraris, docente all'università di Torino, invece, ha spostato la colpa sulla sorella e con motivi ben fondati: ella infatti regalò a Hitler il bastone appartenuto al fratello, quando il dittatore andò a visitare l'"Archivio Nietzsche". Entrambe le vie, a mio parere - ma penso anche di molti altri - sono eccessive e in ciò appoggio quanto affermato da Matilde per quel che riguarda l'impossibilità di incolpare Nietzsche, per qualcosa che non avrebbe mai potuto prevedere. Fortunatamente, grazie anche a pensatori quali Heidegger e Lowith che diedero una interpretazione di Nietzsche che prescindeva dalla politica, dalla seconda metà del Novecento è stato avviato un processo di denazificazione (che purtroppo però è terminato in modo ridicolo, con una interpretazione di Nietzsche come compagno di Marx). Buona serata
Condivido, nonostante Nietzsche sia un personaggio molto interessante, anche nella "Genealogia della morale" ci sono scritti alquanto pericolosi e non sempre chiari, ovvero che possono essere interpretati in più modi. Nietzsche, forse, ha veramente sottovalutato il peso di quello che andava scrivendo. Alcuni estratti: "(...) Detto per inciso, i Celti erano fuor di dubbio un razza bionda: non è esatto collegare quelle fasce di popolazione assolutamente nere di capelli, che si notano nelle più precise carte etnografiche della Germania, a una qualche origine celtica o a qualche incrocio, come fa ancora Virchow: è piuttosto la popolazione "pre-ariana" della Germania a essere stata predominante in quelle regioni (...) ; chi ci garantisce che la democrazia moderna, l'ancor più moderno anarchismo e cioè quella tendenza alla "commune" , alla forma più primitiva di società, comune oggi a tutti i socialisti europei, non indichi in sostanza, un enorme "regresso", e che la razza dei "signori" e conquistatori, quella degli ariani, non stia, anche fisiologicamente, per essere "sopraffatta"? (...)" "(...) veder soffrire fa bene, far soffrire fa ancora meglio - questa è una massima dura, ma una massima fondamentale, antica, potente, umana (...). Senza crudeltà non c'è festa: questo insegna la più remota, la più lunga storia dell'uomo - e anche la pena ha in sé molto di "festivo"! (...) quando l'umanità non si vergognava ancora della propria crudeltà, la vita sulla terra era molto più serena di oggi che esistono i pessimisti (...) "(...) "il popolo ha vinto - ovvero sia gli schiavi, la plebe o il gregge, o come altro lo volete chiamare - e se questo è avvenuto tramite gli Ebrei, ebbene, mai nessun popolo ha avuto una missione storica più universale! I signori sono stati spazzati via: la morale dell'uomo comune ha vinto. Questa vittoria può essere anche vista come un avvelenamento del sangue (ha mescolato le razze tra loro). Non dico di no, ma è innegabile che questa intossicazione abbia avuto successo (...)" . Questo l'epilogo di un "libero pensatore" al mio discorso, di un animale onesto, come ha dimostrato ampiamente, e in più di un democratico (...) ...senza togliere il fatto che (come quasi ovvio che sia, poiché la morale come oggi noi la intendiamo sostanzialmente è un male, secondo N.), per chi ha a cuore lo sfruttamento animale, fu anche un grande accanitore dei vegetariani. Ma ironia vuole che Hitler lo sarebbe diventato... quante "simpatiche" (qui sono ironica) contraddizioni.
No, non lo studiamo