Riflettendo...
Nonostante Trieste sia paragonata ad un ragazzaccio, essa assume dei tratti femminili, materni. Vorrei sapere in quali passi ciò accade! Grazie
il 19 Settembre 2016, da Aurora Neur
Nella mia umile lettura della poesia in questione, non noto una decisa volontà di caratterizzare Trieste come maschile o femminile ( neppure nel paragone col "ragazzaccio aspro e vorace" ). Trieste, piuttosto, è pervasa dalla contraddizione, da una natura contraddittoria, tipica anche dell'animo del poeta. L'ambiguo e duplice rapporto che lega, intimamente, Saba a Trieste, è costruito su una serie di dicotomie ossimoriche, di fondamento anche psicoanalitico; faccio l'esempio lampante di "scontrosa grazia". In questo modo, potremmo dire originale o peculiare dell'autore, Umberto riporta il volto veritiero di Trieste, città compresa ( o, meglio compressa ) tra l'asprezza del Carso e l'apertura azzurrina del mare. Forse, potremmo dire che Trieste è materna esclusivamente sul finale, dove come grembo materno la città portuale ospita "un cantuccio" a misura del poeta, un nido ove è ben accetta l'indole sua, "pensosa e schiva". Con la speranza di esserti stato utile, i miei saluti, Apollonio Rodio.