Urgente confusione più totale
Il libro mi dice che parini in ambito letterario si riconosceva come gli illuministi del caffè nella poetica del sensimo in cosa consiste? e poi mi mi dice che gli illuministi tendevano soltanto a una finalizzazione pratica della letteratura parini invece tendeva unire l'utile al piacevole (poetica oraziana)ma gli illuministici condividevano tale poetica oraziana visto che che il libro mi dice che scopo del sensismo era produrre piacevoli sensazioni?
il 14 Giugno 2015, da Claudia Noto
Ciao Claudia, vado in ordine! Il sensismo è una dottrina filosofica secondo cui tutte le nostre conoscenze, in ultima analisi, derivano dall’esperienza dei nostri sensi; al di fuori di essi, non esiste alcun attivo conoscitivo e anche le idee, per quanto astratte e metafisiche, derivano dalle nostre percezioni sensoriali. In ambito filosofico, le posizioni sensiste si ritrovano nell’opera di Hobbes ( https://library.weschool.com/lezione/hobbes-riassunto-leviatano-bellum-omnium-contra-omnes-assolutismo-10778.html), di Locke ( https://library.weschool.com/lezione/filosofia-riassunto-john-locke-saggio-intelletto-umano-lettera-sulla-tolleranza-10765.html) e soprattutto di Condillac (1714-1780), e circolano anche all’interno dell’Illuminismo ( https://library.weschool.com/lezione/illuminismo-francia-italia-voltaire-rousseau-beccaria-riassunto-filosofia-10670.html). In accordo con questa posizione, il sensismo in letteratura considera il testo letterario come un oggetto che procura piacere estetico al lettore, e il cui fine è il diletto di chi legge. “Il Caffè” dal 1764 al 1766 è l’organo di stampa degli illuministi lombardi - tra cui Pietro e Alessandro Verri, Cesare Beccaria ( https://library.weschool.com/lezione/riassunto-dei-delitti-delle-pene-struttura-pena-di-morte-cesare-beccaria-10754.html), Luigi Lambertenghi, Giambattista Biffi e altri - e divulga la nuova filosofia dei lumi e l’ideale una cultura moderna, dinamica e al passo con i tempi. Parini (qui trovi la sezione su di lui: https://library.weschool.com/lezioni/letteratura/letteratura-italiana/settecento/giuseppe-parini) è vicino all’impostazione “civile” del pensiero degli illuministi lombardi, ma in parte se ne distacca per l’impostazione classicheggiante dei suoi testi, che lo avvicina al Neoclassicismo ( https://library.weschool.com/lezione/vincenzo-monti-ippolito-pindemonte-riassunto-neoclassicismo-7583.html). Un punto importante di contatto tra illuministi lombardi e Parini è tuttavia proprio l’idea della funzione pedagogica dell’arte, ovvero la convinzione che il letterato o l’intellettuale possano con le loro opere incidere concretamente sulla società in cui vivono, correggendone gli aspetti negativi e ponendosi come guida ideale del progresso collettivo. Esempi in Parini di questa vocazione “civile” sono il giovanile “Dialogo della nobiltà”, le “Odi” (come ad esempio “La caduta”: https://library.weschool.com/lezione/la-caduta-parini-testo-parafrasi-odi-9242.html o “La salubrità dell’aria”: https://library.weschool.com/lezione/giuseppe-parini-odi-la-salubrita-dell-aria-parafrasi-analisi-neoclassicismo-11186.html) e il poemetto incompiuto “Il Giorno” ( https://library.weschool.com/lezione/parini-il-giorno-il-mattino-parafrasi-commento-risveglio-giovin-signore-11185.html). Sia nelle posizioni degli illuministi che in quella di Parini (soprattutto) la ricerca della forma letteraria è collegata alla trasmissione del contenuto, ovvero a un’espressione bella, raffinata e piacevole non dev’essere fine a se stessa ma deve trasmettere al lettore anche un insegnamento etico-morale oppure filosofico. Questo precetto ricorda quello classico di Orazio (65 - 8 a.C. ) che nella sua “Ars poetica” spiega che bisogna “miscere utile dulci”, ovvero mescolare l’utile al dilettevole (per la precisione: “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, lectorem deletando partiterque monendo”, ovvero: “Ha raccolto ogni consenso colui che ha mescolato l’utile al piacevole, dilettando e allo stesso tempo ammonendo il lettore”, Ars poetica, 342-343). L’argomento è molto ampio, fammi sapere se è tutto chiaro; un saluto e buona giornata! :)
Dimmi se ho capito bene: parini come gli illuministi si riconosceva nella poetica del sensismo che potremo definirla come una poetica estetica che utilizzava il piacere a fini didascalici quindi per impartire insegnamenti di carattere morale quindi deve dilettare e giovare tuttavia gli illuministi tendevano soltanto a una finalizzazione pratica della letteratura cioè come strumento di intervento civile e morale e respingevano il classicismo tradizionale per parini viceversa la poesia nasceva dall'incontro tra finalità sociale e bellezza poiché soltanto tramite la bellezza l'arte poteva agire sulla mentalità degli uomini dovendo in ogni caso la sua azione mediata attraverso i sensi così come aveva insegnato la poetica del sensismo. Così lui dall'illuminismo riprende le tematiche sociali e civili e la concezione della poesia come strumento di intervento civile (utile) dall'altro resta legato alle forme della tradizione classica come la bellezza appunto avviando così un classicismo impegnato.
Perfetto! :) Aggiungiamo che il classicismo in Parini è anche la ricerca di un ordine (formale, stilistico e di valori) che lui non riesce più a rintracciare nella "classe dirigente" del suo tempo, e in particolare nell'aristocrazia. L'importante è poi che - come detto - questo impegno stilistico non sia vuoto e fine a se stesso, ma diventi il veicolo per un miglioramento pratico della società (come si vede nelle “Odi”: https://library.weschool.com/lezione/giuseppe-parini-odi-poesie-neoclassicismo-la-caduta-la-salubrita-dell-aria-9423.html). Classicheggiante è del resto anche la formazione di Parini, che svolgerà per molti anni il ruolo di insegnante e precettore (quindi particolarmente attento alla “tradizione” letteraria). Un saluto! - luca ghirimoldi 16 Giugno 2015
Esattamente ☺