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Italo Calvino, "Se una notte d'inverno un viaggiatore": trama

Introduzione


Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo di Italo Calvino, pubblicato nel 1979 dalla casa editrice Einaudi. L’opera, secondo una costruzione a cornice che ricorda quella del Decameron di Boccaccio e che si ricollega agli interessi dello scrittore per Strutturalismo e Semiologia, racconta la storia di un Lettore e di una Lettrice che, costretti da un refuso di impaginazione a interrompere la lettura di Se una notte d’inverno un viaggiatore, vogliono scoprire come prosegue il romanzo. Nelle loro avventure  gli incipit di altri dieci romanzi, mai terminati.


Riassunto


Un Lettore (che è il protagonista del romanzo, scritto in seconda persona) acquista l’ultimo romanzo di Italo Calvino e si appresta ad una comoda e piacevole lettura. Tuttavia, sorge subito un problema: la vicenda narrata nel libro (che vede protagonista un uomo abbastanza misterioso che giunge in una stazione non meglio identificata) si interrompe non appena comincia a divenire interessante: il romanzo, dopo le prime trenta pagine circa, ricomincia da dove era inizia, perché per un errore di rilegatura, è composto di sedicesimi 1 tutti identici.

Il Lettore si reca in libreria per la sostituzione del volume, ma scopre suo malgrado non solo che tutte le copie di Se una notte d’inverno un viaggiatore hanno il medesimo problema, ma che addirittura pare che quelle che ha letto non siano pagine di Calvino, ma di un romanzo polacco, Fuori dall’abitato di Malbork di tale Tazio Bazakbal. Il Lettore conosce anche la Lettrice, di nome Ludmilla, anch’essa alla ricerca del fantomatico libro calviniano. Anche il nuovo libro, le cui pagine intonse devono essere aperte una per una con un tagliacarte, presenta però un inconveniente: oltre ad essere completamente diverso da quello precedente, non si conclude, poiché ad un certo punto della trama c’è una lacuna di alcune pagine e, quando la narrazione ricomincia, il Lettore capisce di essere di fronte a un nuovo romanzo. In questa nuova opera si parla di una fantomantica nazione, la Cimmeria, su cui il Lettore inizia la sua indagine. Ludmilla svela poi di conoscere un docente universitario di cimmerio, il professor Uzzi-Tuzii, che potrà dare loro una mano. Il docente, in base alla concordanza tra alcuni nomi dei protagonisti delle due opere, consiglia però un terzo libro, Sporgendosi dalla costa scoscesa di Ukko Ahti, che egli comincia a leggere ad alta voce.

Purtroppo anche questo tentativo non chiude il cerchio: si tratta infatti di una narrazione diaristica in prima persona, che si interrompe sul più bello: il romanzo è incompiuto per il suicidio dell’autore. Il Lettore e la Lettrice, sostenitrice appassionata della lettura come scoperta del senso del mondo e della vita, incontrano la sorella di lei, Lotaria, che li informa che il romanzo di Ahti è stato invece completato con lo pseudonimo di uno scrittore cimbro, Vorts Vilijandi. Lotaria è portatrice di un’idea di lettura opposta a quella della sorella, ovvero quella del testo come forma diretta di intervento sui problemi del mondo. I due protagonisti vengono così coinvolti in un gruppo di lettura collettiva del romanzo Senza temere il vento e la vertigine di Viljandi. La riunione però si interrompe per dare spazio alla discussione, mentre le pagine del libro vengono suddivise tra i diversi partecipanti, così che i due protagonisti non possano proseguire nenache in questo caso la lettura. Il Lettore e Ludmilla si rivolgono allora al dottor Cavedagna, funzionario della casa editrice del romanzo. Quest’ultimo, ripercorrendo i diversi titoli inseguiti nella cornice dai protagonisti, fa il nome di Ermes Marana 2, che, spacciandosi per traduttore, ha venduto alla casa editrice una serie di false traduzioni dal cimmerio e dal cimbro. In realtà, la sua fonte di ispirazione sarebbe stato Guarda in basso dove l’ombra si addensa di Bertrand Vandervelde.

Ma non è che l’ennesimo vicolo cieco nella ricerca del romanzo iniziale: le pagine di Vandervelde raccontano ancora un’altra storia, neppure completa; studiando il dossier su Marana, il Lettore scopre che il falso traduttore si proclama membro di una “Organizzazione per la Produzione Elettronica d’Opere Letterarie Omogeneizzate”. Girando per il mondo, egli è entrato in contatto con Silas Flannery, autore irlandese di best seller in crisi creativa, di cui ha inviato in casa editrice un romanzo inedito, In una rete di linee che s’allacciano. Una chiamata di Ludmilla interrompe la lettura, e il Lettore si reca a casa di lei, dove incontra Irnerio, un artista che lavora con i libri. Qui il Lettore, prima di finire a letto con Ludmilla, scopre che lei e Marana si conoscevano e in seguito che Irnerio ha rubato la copia del libro di Flannery sostituendola con In una rete di linee che s’intersecano. Si reca così in Svizzera sulle tracce dello scrittore, che tiene in diario in appunta le sue conversazioni con Lotaria e Ludmilla sulla propria attività di scrittura e di creazione. Il Lettore entra così in possesso di un falso romanzo di Flannery Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna di Takakumi Ikoka e parte per l’Ataguitania per rintracciare Marana. Qui però il Lettore e il libro di Ikoka vengono sequestrati dai dei rivoluzionari che combattono la loro battaglia falsificando opere d’arte. Il Lettore entra anch’egli nell’organizzazione e si reca in Ircania da Arkadian Porphyritch, che controlla una rete poliziesca per catalogare, sequestrare e censurare le opere letterarie e che è anch’egli sulle tracce di Marana. Ermes avrebbe messo in piedi l’organizzazione di falsificazione “per una donna”, a cui dimostrare che “il mondo esiste solo come artificio, finzione, malinteso, menzogna” 3; il Lettore capisce che si parla di Ludmilla, e della sua passione pura, spontanea ed appassionata per la lettura. Prima di partire, riceve dal dissidente Anatoly Anatolin l’ultimo romanzo, Quale storia laggiù attende la fine?.

Rientrato a casa, il lettore entra in una “grande biblioteca” 4, dove trova in catalogo tutti i romanzi che ha incominciato nelle sue avventure; nessuno però è disponibile al prestito. Parlando con gli altri lettori della sala, scopre però che gli incipit incompleti dei dieci romanzi compongono una frase di senso compiuto:

Se una notte di inverno un viaggiatore, fuori dell’abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l’ombra s’addensa in una rete di linee che s’allacciano, in una rete di linee che s’intrecciano sul tappeto di foglie illuminate dalla luna intorno a una fossa vuota, - Quale storia laggiù attende la fine? - chiede, ansioso d’ascoltare il racconto. 5

Le righe ricordano quelle di un altro romanzo, non meglio identificabile. Ciò che conta, dopo la rivelazione di un ennesimo “lettore” 6, è che il protagonista ha chiaro in mente cosa fare:

Ti fermi un momento a riflettere su queste parole. Poi fulmineamente decidi che vuoi sposare Ludmilla.

Il romanzo si conclude così nella stanza da letto di Ludmilla e del Lettore, che finalmente sta per completare Se una notte d’inverno un viaggiatore.

1 In tipografia il sedicesimo è la pratica per cui un foglio viene ripiegato per quattro volte ottenendo così sedici foglietti più piccoli, che corrispondono appunto a trentadue pagine a stampa.

2 Marana è nel libro un sostenitore dell’opera letteraria come continua falsificazione e mistificazione: “Che importa il nome dell’autore in copertina? Trasportiamoci col pensiero di qui a tremila anni. Chissà quali libri della nostra epoca si saranno salvati, e di chissà quali autori si ricorderà ancora il nome. [...] ci sarnno autori di cui sarà sempre famoso il nome ma di cui non resterà nessuna opera, come è successo a Socrate; o forse tutti i libri superstiti saranno attribuiti a un unico autore misterioso, come Omero” (I. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, in Romanzi e racconti, a cura di C. Milanini, vol. II, Milano, Mondadori, 1992, p. 708.

3 Ivi, pp. 848-849.

4 Ivi, p. 863.

5 Ivi, p. 868.

6 Ivi, p. 869: ”Lei crede che ogni storia debba avere un principio e una fine? Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l’eroe e l’eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l’inevitabilità della morte”.