Il nome “magnete”, e per estensione il “magnetismo”, deriva dal greco antico μαγνήτης λίθος (magnétes líthos), letteralmente “pietra di Magnesia”, una città di origine greca situata nell’odierna Turchia.
Le proprietà di queste pietre erano note sin dai tempi degli antichi greci, intorno al sesto secolo avanti Cristo: come mostriamo in questa lezione, queste pietre sono in grado di attrarre alcuni materiali metallici (i materiali ferrosi).
Inoltre, tra di loro i magneti sviluppano una forza, di natura repulsiva o attrattiva a seconda di come sono poste l’una rispetto all’altra. Nel corso della storia, si codificò questo fenomeno postulando l’esistenza, nello stesso magnete, di due poli, che per convenzione chiameremo polo Nord e polo Sud (e indicheremo con le lettere, rispettivamente, $\text{N}$ ed $\text{S}$); con analogia alla legge di Coulomb, poli concordi (entrambi $\text{N}$ o $\text{S}$) si respingono, mentre poli discordi (uno $\text{N}$ e l’altro $\text{S}$) si attraggono: ma attenzione, una stessa calamita possiede sempre due poli, uno $\text{N}$ ed uno $\text{S}$, a differenza di una carica elettrica, che è contraddistinta da un unico segno, positivo o negativo. Questa differenza è fondamentale, e anzi caratterizza i fenomeni magnetici in modo intrinseco: non esiste una calamita formata da un unico polo $\text{N}$ o di un unico polo $\text{S}$; in un’unica frase, non esiste il monopolo magnetico.
Il magnetismo è un fenomeno naturale che può essere indagato mediante l’impiego di un ago magnetico (o bussola).