I Vociani sono un gruppo di intellettuali attivo in Italia tra il 1908 e il 1916 che orbita attorno alla rivista La Voce e propone una nuova idea di poesia. La Voce è fondata nel 1908 da Prezzolini e vuole, appunto, dare voce alla nuova generazione di intellettuali, insoddisfatti dei canali tradizionali. Fino al 1914 la direzione della rivista è affidata a Papini e Prezzolini, che si fanno portavoce di un ideale di intellettuale impegnato. Sulla rivista in questo periodo vengono pubblicate svariate inchieste su temi di attualità, come la questione meridionale e quella dell’istruzione pubblica. Il successivo direttore, De Robertis, invece, abbandona l’idea di cultura militante e trasforma La Voce in un laboratorio per giovani poeti. La poetica vociana si caratterizza per la tendenza all’autobiografismo e all’analisi interiore: la realtà esterna viene concepita dai vociani come una massa caotica che va ordinata attraverso uno sforzo etico e intellettuale. Con i vociani, inoltre, viene superata la distinzione tra prosa e poesia e le loro immagini sono affini a quelle dell’espressionismo. I poeti vociani più importanti sono tre: Clemente Rebora, Camillo Sbarbaro e Dino Campana.
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I vociani: gli autori e la poetica
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