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Iliade: riassunto dal libro VII al libro XVI

Dopo aver cercato di far tornare sul campo di battaglia Achille, invano, Ulisse e Diomede, tornano al campo greco. Intanto i Troiani, aiutati dal Dio dei Numi, accolta la preghiera della madre di Achille, riescono a oltrepassare le mura degli achei. I greci resistono grazie a Poseidone che, approfittando della distrazione del fratello, dovuta ad Era che lo ammalia e successivamente lo fa assopire grazie al Dio del Sonno, si reca ad aiutarli incoraggiando in particolar modo Aiace, intimorito da Zeus per ritirarsi in sfida contro Ettore. Quando Zeus si risveglia, accorgendosi dell’inganno subito, rimprovera Era, e svelto manda Iris a intimare a Poseidone di lasciare la battaglia, e Apollo da Ettore per rincuorarlo e spronarlo. Nel XVI libro Patroclo si reca, come Ulisse e Diomede, dall’amico Achille, per convincerlo a tornarlo in battaglia: Achille non tornerà, ma egli avrà il permesso di indossare le sue armi per seminare terrore tra i Troiani. Tornato in campo, travestito dal mitico eroe, come previsto, spaventa l’esercito avversario, spingendosi fino alle loro mura dove uccide Sarpedonte, figlio di Zeus e l’auriga di Ettore, Cebrione. Apollo e il principe troiano, irati, colpiscono allora il povero Patroclo: il primo alle spalle e il secondo lo uccide con un colpo di spada.