Dal XVII al XVIII libro dell'Iliade, Achille, adirato per la morte di Patroclo narrata nel XVI volume, torna nel campo di battaglia, deciso a portare la devastazione nel campo troiano. Dopo essersi quindi riconciliato con Agamennone e aver ricevuto da Efesto, fabbro degli dei, nuove armi, mette in atto la sua vendetta, a tal punto "funesta" da spingere Zeus a concedere agli altri dei la libertà d'intervento in guerra a favore di una delle due fazioni. Apollo, Latona (o Leto), Scamandro (o Xanto), Ares e Artemide si schierano con i Troiani; Hermes, Atena, Era, Poseidone ed Efesto con gli achei.
Nel XX libro Achille si scontra con Enea, salvato da Apollo, poiché scelto dal Fato per creare una dinastia e una città che accoglierà i troiani scampati alla guerra (a tal proposito, occorre ricordare che Virgilio riprenderà questo mito per comporre l'Eneide).
Nel XXII tomo si narra la morte del principe troiano Ettore. Nel libro che precede, attraverso un inganno di Apollo, tutti i troiani, incalzati da Achille, si ritirano entro le potenti mura di Ilio, eccetto Ettore. I due si sfidano, e come tutti sanno, lo scontro si conclude con la vittoria dell’eroe greco che, spinto dall’odio e dal dolore e preso dalla vendetta, deturpa orribilmente il corpo del rivale. Ecuba e Priamo assistono al macabro spettacolo, e Andromaca, appena viene a conoscenza della morte del marito, ordina che le sue vesti vengano bruciate.
Nel XXIII libro si narra il funerale di Patroclo, succeduto dai giochi funebri.
Nell’ultimo libro, invece, Priamo, desideroso anch’egli di onorare degnamente suo figlio, si reca da Achille affinchè gli venga restituito il corpo. Achille, che in un primo momento rifiuta, prova poi pietà nei confronti del re tanto da consegnargli il figlio, che riportato a Troia verrà, dopo dieci giorni, bruciato.