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La logica matematica e la teoria degli insiemi

La logica è un ambito della Matematica molto importante, che permette di studiare e schematizzare concetti ricorrenti e fondamentali come l’implicazione logica, la congiunzione e la disgiunzione di enunciati, e così via. In questa lezione daremo una introduzione di quella che viene chiamata logica classica, e mostreremo il legame che essa ha con la teoria degli insiemi.

 

Definizione

Si chiama proposizione o enunciato una frase per la quale si possa stabilire con certezza se è vera o falsa.
Un predicato è invece una proposizione che dipende da una variabile (o più variabili) appartenenti a un certo insieme DD, detto dominio (o domini D1,D2,D_1, D_2, \ldots, nel caso di più variabili) del predicato.

 

Intuitivamente, possiamo dire che un predicato è una collezione di proposizioni che si possono esprimere secondo una “regola generale”.

Facciamo alcuni esempi:

  • la frase “8 è un numero primo” è una proposizione (che in questo caso è certamente falsa); non è una proposizione, invece, una frase del tipo “I quadri di Picasso sono belli”.
  • l’espressione p(x):x eˋ un numero primoxN p(x): \quad x \text{ è un numero primo} \quad x \in \mathbb{N} è un predicato, che dipende dalla variabile xD=Nx \in D = \mathbb{N}.
  • l’espressione p(x,y):x eˋ un multiplo di yx,yN p(x, y): \quad x \text{ è un multiplo di }y \quad x, y \in \mathbb{N} è un predicato, che dipende dalle variabili xD1=N,yD2=Nx \in D_1 = \mathbb{N}, y \in D_2 = \mathbb{N}.


Notazione: generalmente una proposizione viene indicata con una lettera minuscola dell’alfabeto latino (p,q,p, q, \ldots) e un predicato viene indicato con scritture del tipo p(x),q(x),p(x), q(x), \ldots (che ricordano il modo di scrivere una funzione; in un certo senso, infatti, un predicato è una “funzione con valori nell’insieme delle proposizioni”).

Definizione

Dato un predicato p(x)p(x) con dominio DD, chiameremo insieme di verità di p(x)p(x) l’insieme PDP \subseteq D costituito dagli elementi di DD per cui p(x)p(x) è vero.

Per esempio, il predicato p(x):x eˋ un divisore di 12,xN p(x): x \text{ è un divisore di } 12, x \in \mathbb{N} ha come insieme di verità l’insieme P={1,2,3,4,6,12}P = \{ 1, 2, 3, 4, 6, 12\} che è un sottoinsieme proprio di D=ND = \mathbb{N}.

 

 

Operazioni tra proposizioni e il loro legame con gli insiemi

In questo paragrafo vediamo alcune delle operazioni che si possono svolgere tra due o più proposizioni in logica, e vedremo come questa branca della Matematica sia strettamente legata con la teoria degli insiemi.

 

Definizione

Si dice negazione di una proposizione pp la proposizione che è vera quando pp è falsa, e falsa quando pp è vera.
La negazione di pp si scrive p\overline{p} e si legge “non pp”.

Riassumiamo la definizione appena data utilizzando una tavola di verità, uno strumento che utilizzeremo anche in seguito. In essa vediamo come, a seconda del valore di verità di pp (dove con V intendiamo “vero” , e con F intendiamo “falso”), varia il valore di verità di p\overline{p}:

pp p\overline{p}
V F
F V


Possiamo definire anche la negazione di un predicato p(x)p(x) con dominio DD, in questo senso: p(x)\overline{p}(x) sarà il predicato negazione di p(x)p(x) che - una volta fissato un x1Dx_1 \in D - assumerà il valore “vero” o “falso” a seconda che la p(x1)\overline{p}(x_1) sia una proposizione vera o falsa, rispettivamente.

Se chiamiamo PP l'insieme di verità di p(x)p(x), l'insieme di verità RR di p(x)\overline{p}(x) risulta essere il complementare P\overline{P} di PP (considerando il dominio di p(x)p(x) come insieme universo). Abbiamo quindi un parallelismo tra l’operazione di negazione tra predicati \overline{\cdot} e il passaggio al complementare tra insiemi.

Per esempio, considerando il predicato p(x):x eˋ maggiore di 5,xNp(x): x \text{ è maggiore di }5, x \in \mathbb{N} con insieme di verità P={6,7,8,}P = \{6, 7, 8, \ldots \} allora abbiamo che l’insieme di verità RR di p(x)\overline{p}(x) è dato da R={1,2,3,4,5}=PR = \{1, 2, 3, 4, 5\} = \overline{P}.

 

Definizione

Si definisce congiunzione di due proposizioni pp e qq la proposizione che è:

  • vera se pp e qq sono contemporaneamente entrambe vere;
  • falsa in ogni altro caso.

La congiunzione tra pp e qq si indica con la scrittura pqp \wedge q e si legge “pp e qq”.

Riassumiamo la definizione appena data utilizzando una tavola di verità, uno strumento che utilizzeremo anche in seguito. In essa vediamo come, a seconda dei valori di verità di pp e qq (dove con V intendiamo “vero” , e con F intendiamo “falso”), varia il valore di verità di pqp \wedge q

pp qq pqp \wedge q
V V V
V F F
F V F
F V F


Possiamo pensare di effettuare l’operazione \wedge anche tra due predicati p(x),q(x)p(x), q(x) in maniera simile a quanto fatto prima. Inoltre, la somiglianza tra il simbolo \wedge e il simbolo \cap non è casuale: infatti, se P,QP, Q sono gli insiemi di verità di p(x)p(x) e q(x)q(x) rispettivamente, allora l’insieme di verità di RR di p(x)q(x)p(x) \cap q(x) è uguale a PQP \cap Q. Abbiamo quindi un parallelismo tra la congiunzione tra predicati \wedge e l’intersezione tra insiemi \cap.

Per capire meglio la situazione, prendiamo il seguente esempio:

p(x):x eˋ un multiplo di 3,xNq(x):x eˋ un divisore di 12,xNp(x)q(x):x eˋ un divisore di 12, ed eˋ un multiplo di 3,xN\begin{aligned}p(x) & : x \text{ è un multiplo di 3}, x \in \mathbb{N} \\q(x) & : x \text{ è un divisore di 12}, x \in \mathbb{N} \\p(x) \wedge q(x) & : x \text{ è un divisore di }12\text{, ed è un multiplo di }3, x \in \mathbb{N}\end{aligned}

Allora P={3,6,9,}P = \{3, 6, 9, \ldots \} e Q={1,2,3,4,6,12}Q = \{1, 2, 3, 4, 6, 12\}; inoltre l’insieme di verità di p(x)q(x)p(x) \wedge q(x) è R={3,6,12}R = \{3, 6, 12\} e vale R=PQR = P \cap Q.

Insomma affinché un predicato ottenuto dalla congiunzione di due predicati sia vero è necessario che la variabile xx soddisfi contemporaneamente (cioè renda contemporaneamente veri) entrambi i predicati di partenza.

 

Definizione

Si definisce disgiunzione di due proposizioni pp e qq la proposizione che è:

  • falsa se pp e qq sono contemporaneamente entrambe false;
  • vera in ogni altro caso.

La disgiunzione tra pp e qq si indica con la scrittura pqp \vee q e si legge “pp o qq”, o anche “pp vel qq”.

Costruiamo la tavola di verità:

pp qq pqp \vee q
V V V
V F V
F V V
F F F


Possiamo estendere l’operazione di disgiunzione anche tra due predicati p(x),q(x)p(x), q(x), con insiemi di verità P,QP, Q rispettivamente, in maniera simile a quanto fatto in precedenza per la disgiunzione. In questo caso, inoltre, l’insieme di verità del predicato disgiunzione p(x)q(x)p(x) \vee q(x) è dato da PQP \cup Q. Abbiamo quindi un parallelismo tra l’operazione di disgiunzione tra predicati \vee e l’unione tra insiemi \cup.

Continuando con l’esempio precedentemente introdotto: p(x)q(x):x eˋ un divisore di 12, oppure eˋ un multiplo di 3,xNp(x) \vee q(x) : x \text{ è un divisore di }12\text{, oppure è un multiplo di }3, x \in \mathbb{N} e dunque R={1,2,3,4,6,9,12,}=PQR = \{1, 2, 3, 4, 6, 9, 12, \ldots \} = P \cup Q.

Insomma affinché un predicato ottenuto dalla disgiunzione di due predicati sia vero è sufficiente che la variabile xx soddisfi (cioè renda vero) almeno uno dei predicati di partenza.

 

Definizione

Si definisce implicazione materiale, o più semplicemente implicazione di due proposizioni pp e qq, la proposizione che è:

  • falsa quando qq è falsa e pp è vera;
  • vera in tutti gli altri casi.

L’implicazione materiale di pp e qq si indica con la scrittura pqp \rightarrow q e si legge “se pp allora qq”, o anche “pp implica qq”.
In questo contesto, inoltre, la proposizione pp si chiama antecedente, mentre la qq si chiama conseguente.

Costruiamo la tavola di verità:

pp qq pqp \rightarrow q
V V V
V F F
F V V
F F V

 

Osserviamo che l’unico caso in cui un predicato ottenuto dall’implicazione di due predicati può risultare falso è quello in cui esiste almeno una variabile xDx \in D che rende vera l’antecendente e contemporaneamente rende falsa la conseguente.

 

Definizione

Data un’implicazione aba \rightarrow b, si definiscono:

  • l’implicazione contraria di aba \rightarrow b, che è ab\overline{a} \rightarrow \overline{b};
  • l’implicazione inversa di aba \rightarrow b, che è bab \rightarrow a;
  • l’implicazione contronominale di aba \rightarrow b, che è ba\overline{b} \rightarrow \overline{a}.


È importante notare che se aba \rightarrow b è vera, allora anche la contronominale ba\overline{b} \rightarrow \overline{a} lo è: nulla si può dire invece sull’inversa e sulla contraria.

Facciamo un esempio per chiarire la situazione. Dato una figura geometrica TT, consideriamo le proposizioni p=p=TT è un triangolo” e q=q=TT è un poligono”, e l’implicazione pqp \rightarrow q = “se TT è un triangolo, allora TT è un poligono”. La proposizione ottenuta è vera, ma vale quanto segue.

  • La contraria pq=\overline{p} \rightarrow \overline{q}=”se TT non è un triangolo, allora TT non è un poligono” non è necessariamente vera . Per esempio TT potrebbe essere un pentagono, che rende vera l’antecedente (infatti TT non è un triangolo) ma rende falsa la conseguente (infatti TT è un poligono).
  • L’inversa qp=q \rightarrow p =”se TT è un poligono, allora TT è un triangolo” non è necessariamente vera. Per esempio TT potrebbe essere un quadrilatero, cioè un poligono che non è un triangolo.
  • La contronominale qp=\overline{q} \rightarrow \overline{p}=”se TT non è un poligono, allora TT non è un triangolo” è invece certamente vera. Infatti non esiste alcun triangolo che non sia un poligono.

 

Definizione

Si definisce coimplicazione materiale, o più semplicemente coimplicazione di due proposizioni pp e qq, la proposizione che è vera quando pp e qq hanno il medesimo valore di verità.

La coimplicazione materiale di pp e qq si indica con la scrittura pqp \leftrightarrow q e si legge “pp se e solo se qq”, o anche “pp coimplica qq”.

Costruiamo la tavola di verità:

pp qq pqp \leftrightarrow q
V V V
V F F
F V F
F F V

 

 

Definizione

Consideriamo due predicati p(x),q(x)p(x), q(x) con dominio DD. Se ogni valore di xDx \in D che rende vero p(x)p(x) rende vero anche q(x)q(x) (cioè, se p(x)q(x)p(x) \rightarrow q(x) xD\forall x \in D) allora:

  • diremo che p(x)p(x) implica logicamente q(x)q(x), e scriveremo p(x)q(x)p(x) \Rightarrow q(x);
  • molto spesso diremo anche che p(x)p(x) è condizione sufficiente per q(x)q(x), mentre q(x)q(x) è condizione necessaria per p(x)p(x).

Se p(x)p(x) implica logicamente q(x)q(x), e anche q(x)q(x) implica logicamente p(x)p(x), allora diremo che p(x)p(x) e q(x)q(x) sono logicamente equivalenti e scriveremo p(x)q(x)p(x) \Leftrightarrow q(x).


L’implicazione e l'equivalenza logica tra i predicati hanno un corrispondente all’interno della teoria degli insiemi. Infatti è possibile mostrare che se P,QP, Q sono gli insiemi di verità dei predicati p(x),q(x)p(x), q(x) allora:

  • se p(x)q(x)p(x) \Rightarrow q(x), allora PQP \subset Q;
  • se p(x)q(x)p(x) \Leftrightarrow q(x), allora P=QP = Q.

Abbiamo quindi un parallelismo tra la implicazione logica tra predicati \Rightarrow e l’inclusione insiemistica \subset, così come tra l'equivalenza logica tra predicati \Leftrightarrow e l’uguaglianza insiemistica ==.

 

Facciamo un esempio. Consideriamo i seguenti predicati:

p(x):x eˋ un multiplo di 4,xNq(x):x eˋ un multiplo di 2,xN\begin{aligned}p(x) & : x \text{ è un multiplo di 4}, x \in \mathbb{N} \\q(x) & : x \text{ è un multiplo di 2}, x \in \mathbb{N} \\\end{aligned}

Allora:

  • l’insieme di verità PP di p(x)p(x) è P={4,8,12,16,}P = \{4, 8, 12, 16, \ldots\};
  • l’insieme di verità QQ di q(x)q(x) è Q={2,4,6,8,}Q = \{2, 4, 6, 8, \ldots\};
  • è chiaro che p(x)q(x)p(x) \Rightarrow q(x), e infatti PQP \subset Q.


Revisione scientifica a cura di Marco Guglielmino

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