Le origini della scrittura e Appio Claudio Cieco.
L'alfabeto latino venne elaborato nel VII secolo a.C. sulla base dell'alfabeto greco di Cuma, adattandolo alla fonetica latina. Le prime attestazioni di questo alfabeto si riscontrano su reperti epigrafici: iscrizioni religiosi (maledizioni, preghiere), iscrizioni di artigiani e iscrizioni funebri.
Altre importanti attestazioni della scrittura sono di ambito politico e sacrale: trattati di alleanza (come quello romano-cartaginese del VI secolo), leggi (come le Leggi delle XII tavole), i calendari per stabilire i giorni fasti, cioè favorevoli per l'attività politica, per le feste civili e religiose (Fasti, Fasti Antiates e Fasti consulares).
I pontefici, cioè i sacerdoti, curavano anche la registrazione degli eventi avvenuti di anno in anno. Queste cronache, chiamate "Annales", venivano iscritte sulla tabula dealbata, una tavola bianca esposta sulla casa del Pontefice Massimo.
Nel IV-III secolo a.C. operò Appio Claudio Cieco, che fu il costruttore del primo acquedotto romano e della Via Appia. Fu censore nel 312 a.C. e console per due volte nel 307 e nel 296 a.C.. Noto per la sue riforme religiose e in materia di Diritto: introduzione di nuovi culti per celebrare i successi di Roma (culto della dea Vittoria e della dea Bellona); nel 304 a.C. fece pubblicare da Gneo Flavio, suo liberto, una raccolta di norme di diritto civile, Jus Flavianum, a completamento e rafforzamento delle XII tavole.
Un'importante riforma di Appio Claudio fu in ambito linguistico: modificò la grafia, introducendo la /r/ nelle parole che avevano subito il rotacismo della /s/ intervocalica.
Sua opera principale, di cui ci restano pochi frammenti, è il "Carmen de sententiis", in metro saturnio. Il Carmen è una raccolta di sentenze, detti e proverbi morali.
In collaborazione con VidLab (www.vidlab.it)
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