Introduzione a Niccolò Machiavelli, attraverso le lettere al Vettori. A cura di Alessandro Mazzini.
L'epistolario di Machiavelli costituisce un utile strumento per mettere in luce il metodo, la cultura e la personalità dell'autore, soprattutto la parte che contiene le lettere a Francesco Vettori, suo grande amico. Machiavelli si rivolge a Vettori nel periodo in cui è relegato nella sua tenuta dell'Albergaccio, in una sorta di esilio volontario a seguito della sua perdita dell'incarico politico dopo il rientro dei Medici a Firenze. Si tratta del primo epistolario in lingua volgare di notevole interesse letterario, utile per comprendere il metodo d'indagine con cui Machiavelli si approccia per definire una nuova scienza, la politica.
Celebre è la lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513, nella quale Machiavelli annuncia la composizione dell'opuscolo De principatibus. Prima dell'annuncio descrive come trascorre la giornata nel suo ozio forzato. La lettera presenta alcuni tratti della personalità di Machiavelli, coma la sua capacità di adesione a dati concreti e del quotidiano. Con ironia descrive le sua attività banali e quotidiane con cui passa la giornata, intrattenendosi anche con le persone semplici.
Machiavelli assume un atteggiamento di sfida nei confronti della Fortuna da cui si sente perseguitato. E proprio la Fortuna nel Principe costituirà uno dei due elementi polari, accanto alla Virtù. Il sentimento di Machiavelli nei confronti della sua condizione è molto forte.
Improvvisamente la lettera cambia tono, nel momento in cui Machiavelli descrive cosa fa la sera. La sera, quando torna a casa, si spoglia della sua "veste cotidiana", cioè abbandona le attività meschina con cui si era intrattenuto durante la giornata, e indossa "panni reali et curiali" ed entra nella "corte degli antiqui uomini", in altre parole si dedica alla lettura dei classici latini, le opere degli intellettuali latini, come Tito Livio, sulle quali Machiavelli esercita la sua riflessione e da cui attinge le fondamentali regole dell'umanità.
Passa poi a presentare l'opuscolo De principatibus (Sui principati). Significativo che l'opuscolo abbia titolazione latina e non sia una titolazione che guarda al principe, ma agli stati.
La lettera al Vettori quindi focalizza la componente fondamentale della cultura di Machiavelli, cioè il suo legame con i classici latini, con lo studio e l'ammirazione dei classici.
Un'altra lettera al Vettori del 1515 permette di valutare la formazione intellettuale. Machiavelli riflette sulla varietà di toni con cui essi affrontano le loro discussioni. Questa varietà per l'autore imita la natura, che è varia. Si nota quindi la capacità di Machiavelli di aderire alla realtà e di accettarne la mutevolezza.
Dalla fusione della componente intellettuale e di una componente di tipo naturalistico Machiavelli realizza la sua grande intuizione, cioè la creazione di una scienza della politica.
Alessandro Mazzini è professore di Greco e Latino presso il Liceo Classico Manzoni. Si è laureato in Letteratura Greca con il professore Dario Del Corno presso L'Università degli Studi di Milano. Ha collaborato con riviste di divulgazione culturale e ha insegnato per 10 anni Lingua e Letteratura Italiana e Lingua e Letteratura Greca presso il Liceo della Scuola Svizzera di Milano. Dal 2001 è ordinario di Italiano e Latino nei Licei e dal 2003 ordinario di Greco e Latino al Liceo Classico.
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