Marijuana: effetti ed uso terapeutico

Marijuana: assunzione, effetti a breve e lungo termine, uso terapeutico.

La marijuana si ricava a partire dalle infiorescenze femminili essiccate della pianta della cannabis sativa, le quali contengono la sostanza psicoattiva THC. L'hashish, invece, viene prodotto dalla resina della stessa pianta e contiene lo stesso principio attivo in maggiore quantità.
Queste sostanze vengono tendenzialmente fumate in concomitanza con il tabacco o usate come ingredienti per diversi alimenti.

Il principio attivo THC funziona sull'ipotalamo, sulla ghiandola pituitaria (o ipofisi) e sul surrene, che regolano la produzione di determinati ormoni, in particolare il senso di sazietà e la libido.
Tra gli effetti a breve termine del THC si ricordano quelli a livello percettivo: si ha un'alterazione della percezione della realtà, un'incoordinazione motoria e una minore capacità di reazione e attenzione. A livello cardiovascolare, il THC induce una tachicardia. A seconda della sensibilità del soggetto il THC altera la pressione, che può abbassarsi o salire.
Non si sa se gli effetti sul sistema respiratorio siano provocati solo dal tabacco fumato in concomitanza; i fumatori cronici di marijuana riscontrano sintomi simili a quelli dei fumatori di tabacco. Ma è certo che il fumare marijuana potenzia il grado di danno del tabacco.

Sugli effetti a lungo termine di questa droga, bisogna sottolineare che tuttora non ci sono studi concordi nell'affermare cosa succeda. Resta irrisolta, quindi, la questione su possibili effetti negativi permanenti di questa droga. Si evidenzia però in soggetti fumatori cronici di marijuana rallentamenti cognitivi, psicomotori e di memoria.

Effetti benefici della marijuana, invece, sono provati scientificamente. Viene utilizzata in alcuni paesi, non in Italia, in determinate terapie: viene usato come antiemetico, nei soggetti con tumore e sottoposti a chemioterapia; viene usato nei soggetti anoressici perchè provoca appetito e nei soggetti inappetenti debilitati da malattie croniche, come AIDS e sclerosi multipla; viene infine utilizzata nella sclerosi multipla, provoca infatti rilassamento muscolare che combatte la rigidità che questa malattia causa. Ha un ruolo anche nella cura del glaucoma, dal momento che abbassa la pressione endoculare.

 

Bibliografia

- Rugarli C. , Medicina Interna Sistematica, Elsevier
- Harrison's, Principles of Internal Medicine, McGrawHill
- Robbins e Cotran, Le Basi Patologiche delle Malattie, Elsevier
- Katzung G., Farmacologia Generale e Clinica, Piccin


Cecilia Steinwurzel frequenta è laureanda in medicina all'Università Statale di Milano. Fa inoltre parte di Antares, un'associazione di pittori senza scopo di lucro.