Il condizionale: definizione e funzioni
Il condizionale è un modo verbale finito che si utilizza per esprimere l’eventualità che accada qualcosa a patto che si verifichi prima un’altra ipotesi. Ad esempio:
Capiresti cosa succede se avessi visto il film precedente (cioè, deve verificarsi la condizione di aver visto un film per capire bene quello che sto vedendo);
Se ci fosse lo sciopero dei mezzi pubblici, sarebbe meglio uscire in anticipo (cioè, nell’ipotesi dello sciopero dei trasporti, dovrei muovermi in anticipo).
Il condizionale ha due tempi:
- il condizionale presente è un tempo semplice che si utilizza quando si vuole indicare un evento che può verificarsi nel presente a condizione che prima se ne verifichi un altro:
Se prestassi attenzione alle istruzioni, cucineresti meglio;
Se ti sbrigassi, non arriveremmo in ritardo alla festa. - il condizionale passato è un tempo composto (con l’uso degli ausiliari essere e avere) che viene utilizzato per esprimere un evento che si sarebbe verificato nel passato se si fosse prima verificata una determinata condizione, oppure per esprimere un dubbio o un’opinione, sempre riferiti al passato:
Se mi avessero dato le ferie, sarei partito immediatamente con voi;
Quando si è rotto il tubo del lavandino, avrei dovuto chiamare l’idraulico.
A differenza del congiuntivo, il condizionale ha come l’indicativo ampio uso anche nelle frasi semplici, dove può esprimere varie sfumature di significato come:
- dubbio o eventualità 1: Non saprei davvero cosa fare nei tuoi panni!
- opinione personale, magari anche per mascherare in forma educata un proprio rifiuto: Mi parrebbe opportuno avvisare Pietro; Preferirei di no.
- richiesta, in una forma detta “condizionale di cortesia”: Vorrei un cappuccino e una brioche, grazie.
- desiderio, nella forma del “condizionale ottativo” in espressioni quali: “Come vorrei che lei fosse qui!”
- supposizione, relativa ad un’informazione di cui non si è sicuri 2, attraverso quello che viene definito “condizionale di dissociazione”: Il colpevole sarebbe già stato assicurato alla giustizia.
Un altro uso frequente del condizionale è quello di esprimere la posteriorità nel passato, ovvero per dire che, dopo un evento verificatosi nel passato (rispetto al momento in cui si parla o si scrive), ne è avvenuto un altro. Per fare un esempio:
Carlo compì un gesto di cui si sarebbe pentito amaramente negli anni a venire (cioè, Carlo nel passato prima compie un’azione e poi si pentirà, sempre nel passato di quello che ha fatto).
Il condizionale nelle frasi subordinate e nel periodo ipotetico
Il condizionale ha però ampio utilizzo anche nelle frasi subordinate; per fare un rapido elenco delle subordinate principali:
- Nelle subordinate oggettive, quando queste introducono un periodo ipotetico: Penso che avrebbe sbagliato se avesse risposto in quel modo.
- Nelle interrogative indirette: Mi domando cosa sarebbe successo se fossi partito.
- Nelle subordinate causali, quando assume la sfumatura di una richiesta educata: Ti chiamo perché dovrei chiederti un favore.
- Nelle subordinate consecutive e concessive.
- Nelle subordinate temporali.
Il condizionale è poi, assieme al congiuntivo, il modo verbale con cui costruire due tipi di periodo ipotetico:
- Periodo ipotetico della possibilità, in cui il condizionale nella apodosi (cioè, la frase reggente al condizionale presente) esprime ciò che può realizzare a patto che si verifichi la condizione espressa dalla protasi (cioè, la frase subordinata al congiuntivo imperfetto introdotta dal se):
Se partissi adesso, arriveresti in perfetto orario all’appuntamento. - Periodo ipotetico dell’irrealtà, in cui il condizionale passato nell’apodosi si riferisce ad un evento impossibile, perché non può più verificarsi al condizione indicata dal congiuntivo trapassato nella protasi:
Se fossi partito prima, saresti arrivato in perfetto orario all’appuntamento.