L’uso del modo congiuntivo
In italiano, il congiuntivo è il modo del verbo con cui si esprimono sentimenti come il dubbio, il desiderio, l’incertezza o la possibilità. Se l’indicativo è il modo della certezza o dell’obiettività, con il congiuntivo si dà invece voce alla soggettività di chi scrive o di chi parla, e come tale viene utilizzato soprattutto nelle subordinate. Ad esempio:
Spero che Lucia arrivi presto (si tratta di una speranza dettata da motivi personali);
Non sapevo cosa avesse detto Maurizio prima del mio arrivo (si tratta di un’ignoranza dovuta al fatto che non ero presente);
Voerri che tu dimenticassi l’accaduto (è evidentemente un mio desiderio, slegato dalla tua volontà).
Il congiuntivo si può utilizzare sia nelle proposizioni indipendenti sia in quelle dipendenti, dove il congiuntivo è nettamente prevalente. Tra gli usi in proposizioni principali, possiamo quindi segnalare in casi in cui il congiuntivo indipendente ha valore di:
- dubbio o supposizione: “Che Pietro non si senta bene, forse?”; “Che magari gli altri siano già arrivati?”.
- desiderio o augurio: “Ah, se fosse qui Giampaolo!”; “Uscisse almeno il sole...”
- esortazione: “Mi mandi i suoi dati, per favore”.
Nelle proposizioni dipendenti (causali, consecutive, completive, oggettive, concessive, temporali, ipotetiche, finali e molte altre), l’uso del congiuntivo può essere inquadrato in generale come segue:
- in dipendenza da verbi che indicano dubbio, desiderio, speranza, paura (ovvero i corrispettivi dell’uso del congiutivo nella frase reggente). Ad esempio:
Credo che Andrea sia in ritardo;
Speravo che ce la facessero. - in dipendenza da espressioni impersonali come è meglio che, può darsi che, bisogna che, è necessario che. Ad esempio:
È meglio che tu le parli di persona;
È necessario che queste misure di sicurezza siano attivate il prima possibile. - dopo congiunzioni e locuzioni subordinanti quali affinché, sebbene, benché, purché, prima che, a patto che. Ad esempio:
Sebbene sia molto intelligente, Giulia non si applica a sufficienza allo studio. - In presenza degli aggettivi e dei pronomi indefiniti qualunque e chiunque. Ad esempio:
Prenderò quel treno, qualunque cosa accada.
Per quanto riguarda i tempi, il congiutnivo si articola in quattro tempi:
- I due tempi semplici sono: presente (che io lodi) e imperfetto (che io lodassi).
- I tempi composti sono: passato (che io abbia lodato) e trapassato (che io avessi lodato).
I tempi del congiuntivo
Il presente
Il congiuntivo presentesi utilizza nelle frasi indipendenti per esprimere un dubbio, un’ipotesi, un augurio relativi al momento dell’enunciazione o della scrittura. Nelle frasi subordinate, esso esprime contemporaneità con la principale, che può essere all’indicativo presente o futuro. Ad esempio:
Gli dei vi assistano nella vostra impresa!
Credo che stia piovendo (contemporaneità nella subordinata).
Un uso particolare del congiuntivo presente si ha alla terza persona singolare e plurale, dove il congiuntivo viene utilizzato come forma di cortesia o in sostituzione dell’imperativo. Ad esempio:
Prego, entri pure e si accomodi, signora;
Vada subito a cercare aiuto!
L’imperfetto
Il congiuntivo imperfetto si utilizza, sia nelle proposizioni indipendenti sia in quelle dipendenti, per esprimere una speranza o un augurio, che è possibile (ma non sicuro) che si realizzino. Ad esempio:
Vorrei che il Milan vincesse il derby;
Magari il treno arrivasse in orario!
Un uso caratteristico del congiuntivo imperfetto si ha nel periodo ipotetico di secondo tipo (o appunto della “possibilità”), dove si combina con il condizionale presente:
Se studiassi, passeresti l’esame.
Il congiuntivo imperfetto in proposizione dipendente può poi esprime due diversi tipi di rapporto temporale, in base al tempo della frase reggente:
- rapporto di anteriorità, quando il tempo della principale è un presente: “Credo che lui non volesse invitarmi alla festa”.
- rapporto di contemporaneità, quando il tempo della principale è un passato: “Pensavo che fosse una persona affidabile”.
Il passato
Il congiuntivo passato si utilizza per esprimere dubbio o possibilità nella proposizione principale, in riferimento a un tempo passato. Ad esempio:
Che Marco abbia già spedito il materiale che avevamo preparato?
In una proposizione dipendente, il congiuntivo passato indica anteriorità cronologica rispetto al tempo presente (o futuro) della reggente. Ad esempio:
Credo che Marco sia andato in piscina stamattina;
Giacomo penserà che Sara non abbia voluto vederlo.
Il trapassato
Il congiuntivo trapassato viene utilizzato per esprimere una possibilità o un desiderio riferiti al passato ed ormai irrealizzabili. Ad esempio, nelle frasi principali:
Se l’avessi saputo prima!
Se fossi uscita prima!
Il congiuntivo trapassato si usa quindi anche nel periodo ipotetico dell’irrealtà (o del “terzo tipo”), dove si combina con il condizionale passato:
Se tu avessi studiato, avresti superato l’esame.
Nella proposizione subordinata, il trapassato serve anche ad esprimere anteriorità rispetto ad un tempo passato, utilizzato nella reggente. Per esempio:
Credevo avessi comprato tu i biglietti;
Claudia pensava che Giovanni fosse partito due ore prima del previsto.