Introduzione
La novella, che fa parte della raccolta La giara (1927) ed è stata pubblicata inizialmente nel 1910 sul «Corriere della Sera» e rielaborata per il teatro (prima in siciliano, poi in italiano) fra il 1916 e il 1917. È un esempio di come lo stile di Luigi Pirandello punti a una rappresentazione della realtà non più concepibile in senso deterministico.
Riassunto
Agostino Toti ha settan’anni ed è un professore di liceo prossimo alla pensione. Da poco tempo si è preso in moglie la giovane Maddalena, la figlia del bidello della scuola. Pur sapendo che questa non avrebbe mai potuto ricambiare l’amore per lui, anziano e non particolarmente affascinante 1, il professor Toti ha deciso di “beneficare” la donna con la propria imminente pensione, cui s’aggiunge una cospiscua eredità di duecentomila lire da un fratello emigrato in Romania, di cui però il professore non vuole godere. Quello di Toti è un gesto disinteressato e volto a far del bene a una giovane di bassa estrazione sociale (“se l’è presa povera e l’ha inalzata”).
Così il professor Toti ha deciso che a godere della sua generosità sarà anche “il suo buon Giacomino”, che era stato uno dei suoi alunni prediletti al liceo. Non solo ha trovato al ragazzo un posto alla Banca Agricola, dove nel frattempo ha messo al sicuro la somma di denaro, ma addirittura gli ha permesso di avere dei rapporti con la sua giovane moglie, di lui coetanea, tanto che ne è nato un bambino. Del resto, sposando Maddalena con solo scopo di far del bene, il professore l’aveva amata “quasi paternamente soltanto”. Ma il piccolo di due anni e mezzo già fa parlare male la gente del paese, che è scandalizzata dall’atteggiamento del professore. Toti non se ne è mai preoccupato più di tanto, senonché la moglie da tre giorni è agitatissima e non vuole più uscire dalla camera da letto.
Per porre fine alla situazione il professore prende la “risoluzione eroica” di uscire con il bimbo diretto a casa di Giacomino, con l’intento di capire che cosa stia succedendo. Gli apre la porta la sorella, che lo accoglie freddamente e tenta di mandarlo via. Ma il professore riesce a convincerla a farlo entrare. Nel dialogo con Giacomino il professor Toti scopre che il ragazzo si è fidanzato con un’altra giovane e non vuole avere più niente a che fare né con lui, né con Maddalena, e che rinuncia a tutto. Ma il professore non può accettare che i suoi piani vengano stravolti per motivi sentimentali e d’onore, e affronta il giovane minacciandolo di andare con il bimbo a fare una scenata dalla sua nuova fidanzata e di fargli perdere il lavoro che gli aveva trovato in banca. Prima di andarsene, sulla soglia, il professor Toti ha l’ultima parola: “Pensaci, Giacomino! Pensaci!”.
Commento
Nella novella pirandelliana Pensaci, Giacomino! la vita quotidiana e, di conseguenza, la mentalità dei personaggi, accolgono delle deviazioni rispetto all’ordine lineare delle cose, che diventano emblematici della poetica dell’umorismo dell’autore siciliano e di un ribaltamento generale di prospettive. Così, ad esempio, i principi di causa-effetto non sono più trasparenti e chiari come nel passato, quando ancora la vita era regolata dalle leggi ferree della “roba” e dell’onore e dell’immobilità delle classi sociali. La vicenda del professore, che non può comprendere il vociferare della “trista gente” del paese e rimane sconcertato dal comportamento del ragazzo, rappresenta lo scacco di un uomo non più in sintonia con la società:
Ridano, ridano pure di lui tutti i maligni! Che risate facili! Che risate sciocche! Perché non capiscono... Perché non si mettono al suo posto... Avvertono soltanto il comico, anzi il grottesco, della sua situazione, senza penetrare nel suo sentimento!... Ebbene, che glie n’importa? Egli è felice. 2
Perciò il professor Toti è un personaggio chiaramente umoristico e veicola il fondamentale “sentimento del contrario” teorizzato da Pirandello. Dal punto di vista dei paesani e di Giacomino egli è solo comico e diverso; per il lettore diventa invece umoristico perché scorge, dietro la maschera sociale, un sottofondo drammatico.
Ma, oltre a questo, il professor Toti porta in sé - forse senza nemmeno rendersene conto - i segni di un mutamento. La sua generosità e il suo slancio per il prossimo hanno già una connotazione nevrotica, che lo rendono un personaggio preso in mezzo tra l’amore disinteressato (l’agapé o caritas), la volontà di controllo ossessivo e un insopprimibile egocentrismo. La sua personalità è perciò come frantumata, caratterizzata da valori opposti e complementari, pienamente novecentesca, e il trattamento che ne fa Pirandello è ironico (come spiega nel testo: “egli è filosofo”, “filosoficamente aveva riconosciuto”, “uomo saggio e veramente dabbene”). Nel dialogo fra il professore e Giacomino emerge la sostanziale differenza di prospettiva nel comprendere l’oggettiva portata della vicenda, che viene perciò scomposta in tensioni e aspirazioni soggettive e inconciliabili. Il finale è problematico, perché da una parte il professore appare prodigo fino a invadere la libertà altrui e si rivela del tutto sordo alle conseguenze delle sue affermazioni (tanto che Giacomino sbotta: “professore, ma lei vuol dunque proprio coprirsi di ridicolo?”); dall’altra Giacomino va contro il sentimento paterno e contro ogni logica dell’utile, ma deve affrontare un dilemma tragicomico, tanto che l’avvertimento datogli in chiusura non può che apparire infine sensato.
Bibliografia:
L. Pirandello, Novelle per un anno, a cura di M. Costanzo, premessa di G. Macchia, vol. 3, tomo II, Milano, Mondadori, 1990.
1 Così lo descrive il narratore: “piccoletto, con la testa grossa, calva, senza collo, il torso sproporzionato su due gambettine da uccello... Sì, sì: il professor Toti lo sa bene, e non si fa la minima illusione, perciò, che Maddalena, la bella mogliettina, che non ha ancora ventisei anni, lo possa amare per se stesso”.
2 L. Pirandello, Novelle per un anno, a cura di M. Costanzo, premessa di G. Macchia, vol. 3, tomo II, Milano, Mondadori, 1990, p. 113.