Il concetto di realtà cui Platone giunge ragionando sul problema della giustizia getta le basi per la sua celebre “teoria delle idee”. Le “idee” per Platone sono eterne ed immutabili, e costituiscono tutto ciò a cui si contrappone il nostro mondo sensibile quotidiano, sottoposto al divenire.
Per spiegare compiutamente il dualismo tra ideale e realtà, Platone ricorre, nella Repubblica, al “mito della caverna”: in esso, viene illustrato, per mezzo di metafora, come la realtà che crediamo di conoscere non è affatto quella “vera”, e che la conoscenza sensibile è solo parziale ed illusoria. Lo studio dell’anima costituisce allora il completamento della teoria della conoscenza platonica: l’anima (come spiegato anche nel Simposio in relazione all’amore, oppure nel Fedone in merito all’immortalità dell’anima) deve liberarsi dalle costrizioni materiali per ascendere verso la realtà ideale. Sempre nella Repubblica, Platone presenterà poi uno schema tripartito dell’anima (anima concupiscibile, anima volitiva, anima razionale).
Francesco Pala, nato a Nuoro, vive a Olbia. Laureato in filosofia, giornalista professionista, lavora come docente della scuola secondaria superiore. Dirige la rivista filosofica "Giornale critico di storia delle idee". Ha all'attivo la pubblicazione di due romanzi, Rosso a cinque punte (2011) e Io della vita non so nulla (2014). Cura un blog di letteratura e filosofia (http://francescopala.wordpress.com/).