La Rivoluzione industriale non modifica solo i rapporti di produzione su scala mondiale ma segna anche un momento di svolta per il pensiero filosofico, che si trova ad elaborare un complesso di teorie ed idee che costituiscono un passaggio fondamentale nella storia del pensiero occidentale. La corrente del Positivismo nasce e si diffonde, a partire dagli scritti di Henri de Saint-Simon, nella prima metà dell’Ottocento, influenzando anche correnti letterarie come il Verismo in Italia e il Naturalismo in Francia. Nella seconda parte del secolo, il Positivismo diviene punto di riferimento per la nuova borghesia industriale, convinta sostenitrice dell’applicabilità del metodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza umana.
Parallelamente, la corrente socialista, nelle sue diverse declinazioni (da Saint-Simon a Fourier, da Owen fino a Marx ed Engels), elabora un sistema di idee che critica la struttura su cui poggia la società capitalistica, mettendone in luce le contraddizioni nascoste. In particolare, Karl Marx (1818-1883) e Friedrich Engels (1820-1895) si dedicano all’analisi scientifica dei rapporti economici di produzione nati con la Rivoluzione industriale, coniando alcuni concetti fondamentali (come quelli di struttura e sovrastruttura, di “materialismo storico” e di forza-lavoro) che caratterizzano l’intero periodo e hanno profonde ricadute sulla storia contemporanea.
La lezione è a cura del Laboratorio LAPSUS (Università degli Studi di Milano).