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Carducci, "Pianto antico": parafrasi, analisi e commento

Introduzione

 

Testo tra i più noti delle Rime nuove (dove è collocato nel terzo libro) e di tutto Carducci, Pianto antico (una “anacreontica”, come poi San Martino, composta di coppie di quartine di settenari, di cui il primo piano e non rimato, i due centrali piani e a rima baciata e il quarto tronco e in rima con gli altri finali di ogni quartina) è uno dei testi più autobiografici del poeta: il tema, privato ed intimo, è quello della morte del figlio Dante, all’età di tre anni, il 9 novembre del 1870. Anche la storia editoriale e compositiva del testo procede secondo la sedimentazione del dolore di un padre: se la data sull’autografo del testo è quella del giugno 1871, il confronto con l’epistolario carducciano (e in particolare con le lettere inviate all’amico Giuseppe Chiarini) indica che il titolo - che efficacemente allude ad una tragedia nascosta nel tempo - viene trovato solo otto anni più tardi, nel 1879.

 

Analisi

 

L’apertura, come in molti testi carducciani, è sulla quotidianità autobiografica: un giardino primaverile, in cui un melograno “da’ bei vermigli fior” si sta aprendo alla nuova stagione vitale, che tuttavia ricorda al poeta, per brevi accenni, l’immagine del figlio scomparso: alla “pargoletta mano” che prima si tendeva all’albero corrisponde ora il “muto orto solingo”, non più rallegrato dalla presenza di Dante. Agli indizi coloristici del ritorno della vita con la bella stagione contenuti nelle prime due quartine (“il verde melograno”, “vermigli fior”, “giugno lo ristora | di luce e di calor”) corrisponde - con calcolata simmetria e studiato effetto drammatico - il tono dolente con cui, nelle seconde due quartine, si commemora la perdita del figlio. Si susseguono così immagini di morte (“fior de la mia pianta | percossa e inaridita”, “de l’inutil vita | estremo unico fior”, “la terra fredda [...] la terra negra”), sostenute da un ritmo anaforico (“tu”, “sei”, “né”; e si consideri che pure la struttura rimica dell’“anacreontica” conferisce al testo una sua musicalità) che indica l’ineluttabilità della sofferenza umana.
Così, recuperando il tema per lui tipico dell’immersione sentimentale nella Natura, Carducci riesce a ribaltare lo stereotipo: alla ciclicità del tempo naturale, in cui le stagioni si susseguono senza soluzioni di continuità, si contrappone la fissità irrimediabile del dolore della morte. Non a caso, in una prima versione Pianto antico era introdotto, a mo’ di spiegazione e commento, da un distico del poeta greco Mosco, che compiangeva la scomparsa del maestro Bione.

 

Parafrasi 

Metro: anacreontica (quartine di settenari, il primo verso è piano e non rimato; il secondo e il terzo a rima baciata e piani; il quarto tronco e in rima con tutti gli ultimi versi delle altre strofe).

  1. L’albero a cui tendevi
  2. la pargoletta mano 1,
  3. il verde melograno
  4. da’ bei vermigli fior,
  5. Nel muto orto solingo 2
  6. rinverdì 3 tutto or ora
  7. e giugno lo ristora
  8. di luce e di calor.
  9. Tu fior de la mia pianta
  10. percossa e inaridita 4,
  11. tu de l’inutil vita
  12. estremo unico fior,
  13. sei ne la terra fredda 5,
  14. sei ne la terra negra 6;
  15. né il sol piú ti rallegra
  16. né ti risveglia amor.
  1. L’albero verso cui tendevi
  2. la manina infantile,
  3. il melograno verde
  4. dai bei fiori rossi,
  5. nel silenzioso e solitario orto
  6. è appena tornato verde
  7. e giugno lo rinvigorisce
  8. con la luce e il calore.
  9. Tu fiore della mia pianta
  10. percossa e inaridita,
  11. tu ultimo e unico fiore
  12. della mia inutile vita,
  13. sei nella terra fredda,
  14. sei nella terra nera;
  15. non ti rallegra più il sole
  16. né ti risveglia più l’amore.

 

1 ]l’albero a cui tendevi la pargoletta mano: immagine simbolica, in cui bambino morto  tende invano la mano verso l’albero della vita, da cui non ha potuto cogliere alcunché. La lirica si apre dunque su una nota di pathos e di commozione.

2 solingo: l’orto è silenzioso e solitario perché non c’è più il fanciullo Dante con la sua voce.

3 rinverdì: l’albero è il simbolo della vita che rifiorisce con la primavera, al contrario di quella del figlio di Carducci, che è stata troncata: il giardino rinasce a nuova vita con la bella stagione, ma così non è per il poeta.

4 Tra le fonti di questi versi, ci sono due poesie dell’umanista napoletano Giovanni Pontano (1429-1503) in cui si painge la morte del figlio.

5 fredda: la terra è fredda, in opposizione alla luce e al calore che rischiarano il melograno nella seconda strofa. La lirica è così costruita su antitesi e parallelismi tra la situazione del poeta e la vita della Natura.

6 negra: cioè di colore cupo, in contrasto con quelli accesi e vitali della prima strofa.