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Strumenti e vetreria di laboratorio: esempi e caratteristiche

Ogni laboratorio presenta una serie di strumenti e di oggetti di grande utilità per chi vi lavora all’interno. I laboratori sono spesso dotati di uno o più banconi, che costituiscono il piano principale sul quale viene svolto il lavoro. A volte il bancone è dotato di cappa, che favorisce la sterilità del proprio lavoro, grazie ad un sistema di flusso d’aria, che intralcia la crescita di agenti inquinanti, spesso batteri e muffe.

Gli oggetti con cui si entra maggiormente in contatto in un laboratorio sono fatti di vetro e prendono il nome di vetreria. Il particolare vetro usato deve essere in grado di resistere a diverse condizioni, come una forte acidità o basicità o a veloci sbalzi di temperatura. Il vetro comune, per esempio quello dei bicchieri nelle nostre cucine, non è in grado di reggere queste situazioni.
Fanno parte della vetreria beute, cilindri, becker, palloni e provette. Tutti questi oggetti possono essere di dimensioni diverse e quasi sempre riportano delle notazioni, delle tacche che li rendano graduati, in modo da misurare il volume di sostanza al loro interno.

Una serie di beute di vetro (a sinistra), un becker da 1 L contenente un becker più piccolo e una provetta di vetro (al centro), e un set di cilindri graduati di diversa capienza (a destra).

La vetreria tra i vari strumenti che si possono utilizzare in un laboratorio presenta il grande vantaggio di poter essere sterilizzata in una stufa da laboratorio, fino a 300°C. Gli oggetti di plastica utilizzati, come i tubi Falcon e le Eppendorf (dal nome delle aziende che per prime le hanno commercializzate), non possono essere sterilizzati ad alte temperature, e per questo motivo sono materiali “usa e getta”. Questi oggetti possono comunque resistere a temperature molto basse, tipici di grandi freezer usati per la conservazione a lungo termine di campioni biologici. Tutti questi contenitori vengono utilizzati per colture cellulari liquide, alle quali talvolta si preferiscono quelle su supporto solido, costituito da un gel di agarosio all’interno di una piastra di plastica (capsula Petri).

Tubi di plastica Falcon da 15 e 50 mL (a sinistra), contenitori Eppendorf di diverse forme e dimensioni (al centro) e capsule Petri contenenti terreno solido di agarosio (a sinistra).

Ovviamente in laboratorio non esistono soltanto contenitori per i campioni e i liquidi utilizzati, ma anche strumenti in grado di analizzarli e modificarli al meglio. Le micropipette, per esempio, sono usate per prelevare una quantità definita di liquido, in maniera molto precisa. Altri strumenti sottopongono i campioni a stress fisici, al fine di precipitare un soluto (centrifuga) o di scioglierlo in un solvente (agitatore magnetico). Inoltre, di fondamentale importanza è il microscopio.

Una serie di micropipette (a sinistra) e una centrifuga da bancone apposita per Eppendorf (a destra).

Credits: Wikimedia Commons Lilly_M, Nadina Wiòrkiewicz, Y tambe, Ratama, Magnus Mancke.