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Teocrito, “Idilli”: L’incantatrice (Idillio II)

Introduzione

 

Poeta di origini siracusane, che vive tra il 315 e il 260 a.C., Teocrito si trasferisce ad Alessandria nel 275-274 a.C. e passa alla storia come l’inventore della poesia bucolica, che poi troverà nelle Bucoliche di Virgilio un importante continuatore. I componimenti che il lessico Suda 1 gli attribuisce sono di diversa natura (inni, epicedi, elegie, giambi ed epigrammi), ma della sua vasta produzione sono giunti fino a noi solo trenta Carmi, gli Idilli, venticinque Epigrammi e un Carme figurato.

 

La poesia di Teocrito

 

La poesia di Teocrito, benché sia curata dal punto di vista formale almeno quanto quella di Callimaco e di Apollonio Rodio, è espressione pura del sentimento più che dell’intelletto. Gli Idilli, in esametri e in dialetto dorico, sono scritti in forma narrativa su temi eroici, o in forma mimetica, ossia di monologo o dialogo, e incentrati su temi pastorali o d’amore.

Proprio a quest’ultimo gruppo appartiene, distinguendosi per bellezza, l’Idillio 2, intitolato Farmakeútriai e tradotto con l’italiano Incantatrici o - più appropriatamente, secondo alcuni - Filtri magici. L’intero componimento si traduce nel lamento di una ragazza, Simeta, abbandonata dal suo amato Delfi, la quale compie riti di magia durante la notte e con l’aiuto della sua cameriera. Simeta vuole da una parte riconquistare il ragazzo e dall’altra distruggerlo. Mentre pronuncia le sue formule magiche, Simeta rievoca il primo incontro con Delfi, e così veniamo a conoscenza della sua sfortunata e appassionata avventura. Durante una processione in onore della dea Artemide 2, alla quale partecipa su invito di alcune amiche, la ragazza scorge tra la folla due giovani che tornano dalla palestra, uno dei quali, scopre, si chiama Delfi. Tornata a casa cade in preda alla passione e dopo giorni di febbre consulta maghi e fattucchiere per trovare una cura al suo “male”:

Senti questo mio amore donde venne, augusta Selene 3.
Come lo vidi, subito impazzii, il cuore fu preda del fuoco a me misera, e la bellezza si struggeva! E di quella processione non più mi curai, e come di nuovo tornai a casa neppur so, ma un ardente morbo mi squassava e giacqui nel mio letto dieci giorni e dieci notti. […]
E di chi non andai alla casa, quale mai vecchia trascurai, che facesse incantesimi? Ma nulla mi sollevava; e il tempo si compiva fuggendo.

Dopo qualche esitazione manda a Delfi un biglietto e lo invita a casa sua: solo così la sua sofferenza si placa. I due ragazzi si frequentano per un po’, poi, però, Delfi sparisce per due settimane e un’amica dice a Simeta di aver sentito che si era innamorato non sa bene se di una fanciulla o di un giovinetto. Se il tema dell’amore-passione visto come una malattia è già noto alla letteratura greca - si pensi solo a Saffo - è la prima volta che appare in letteratura quello che possiamo definire uno dei grandi misteri umani: la mistura inestricabile di odio, amore, disprezzo e desiderio. Nell’amore appare il male: è una seduzione malsana che ci attrae e ci soggioga. Il sentimento di Simeta è fatto di desiderio ostinato, di collera, di risentimento, di disperazione. Siamo lontanissimi dalla concezione platonica dell’amore: amiamo quello che non stimiamo e desideriamo una persona che ci ha resi infelici.

E ora con questi filtri lo legherò; e se mai ancora
mi tormenta, la porta d’Ade, sì, per le Moire, batterà: tali per lui nella cesta conservo tristi veleni, che da uno straniero assiro, Regina, ho appreso.

Se, inoltre, l’interesse per il pathos è tipico dell’età ellenistica 4il tema dell’amore insoddisfatto è uno dei preferiti di Teocrito e l’analisi così profonda dell’emozione femminile è rara anche ai suoi tempi.

 

Teocrito e la società ellenistica

 

La descrizione e la sublimazione dei sentimenti presenti nell’Idillio è senz’altro opera del genio teocriteo, ma la sua opera testimonia anche la rivoluzione che avviene all’interno della società di età ellenistica. La figura femminile acquista importanza, alcune donne assumono ruoli di rilievo all’interno della città: basti pensare alla madre di Alessandro, Olimpiade, o alla moglie di Tolomeo Filadelfo, Arsinoe. Cosa ancora più importante, questo radicale cambiamento non coinvolge solo la classe aristocratica, ma si estende anche alla media borghesia. Simeta, infatti, è una ragazza del popolo, ha una sola ancella e, probabilmente, deve svolgere qualche lavoro per mantenersi. Fare di una ragazza così modesta la protagonista di un racconto è una novità importantissima, sintomo di un cambiamento sociale radicale.

A che cosa dobbiamo la trasformazione della società greca? All’apertura della polis che, da città stato orgogliosamente chiusa in se stessa, si apre all’esterno, diventando una vera e propria metropoli caratterizzata da scambi di persone, idee, merci. La preistoria dell’amore in Occidente si situa, infatti, in due grandi città: Alessandria e Roma. Qui, attorno a donne sempre più indipendenti e affermate, si radunano giovani poeti che scrivono ponendosi a metà tra la realtà e la finzione artistica e che spesso creano scandalo con le loro composizioni.

 

Bibliografia:

 

A.W. Bulloch, La poesia ellenistica. Teocrito, in La letteratura greca della Cambridge University, vol II, Milano, Mondadori, 2007, pp. 275-302.
O. Paz, La duplice fiamma. Amore ed erotismo, Milano, ES, 2006, pp. 48-53.
M. G. Teijeiro, Il secondo "Idillio" di Teocrito, “Quaderni Urbinati di Cultura Classica”, 61/1 (1999), pp. 71-86.
Teocrito, Idilli e Epigrammi; introduzione, traduzione e note di B. M. Palumbo Stracca, Milano, Rizzoli, 2004.

1 Il Suda (‪Σοῦδα o Σουίδα) è un’enciclopedia dell’antichità risalente al X secolo e scritta in greco bizantino. Le 30.000 voci che contiene, disposte in ordine alfabetico, sono tratte da fonti antiche, molte delle quali sono andate perdute e afferiscono agli argomenti più svariati, dalla storia alla geografia, alla grammatica, alla filosofia, alla letteratura.

2 Artemide, dea della caccia, è anche dea dell’iniziazione femminile. Non è un caso, quindi, che venga rievocata dal poeta in un contesto di passione e delusione amorosa.

3 Personificazione della luna piena, divinità volubile, Selene è la dea alla quale Simeta racconta le sue pene d’amore.

4 Con l’espressione “età ellenistica” la storiografia moderna si riferisce convenzionalmente al periodo che intercorre dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla morte dell'ultima sovrana ellenistica, Cleopatra d’Egitto, con la conseguente conquista da parte di Roma del Regno tolemaico d’Egitto dopo la battaglia di Azio nel 31 a.C. L’Ellenismo è caratterizzato dalla diffusione della civiltà greca nel mondo mediterraneo, eurasiatico e orientale, e dalla fusione di questa con le culture dell’Asia Minore, dell’Asia Centrale, della Siria e della Fenicia, dell’Africa del Nord, della Mesopotamia, dell’Iran e dell’India, che porta alla nascita di una civiltà modello di arte e di conoscenza per le altre culture.