Quale armonia è possibile per l’anima tripartita di Platone? Nel Fedro l’anima è raffigurata dalla biga alata: l’auriga ne costituisce la parte razionale; il cavallo bianco, nobile e ubbidiente, ne rappresenta la parte passionale; il cavallo nero, più difficilmente governabile, rappresenta infine l’anima concupiscibile, legata alla sessualità. Le passioni, quindi, non solo sono ineliminabili, ma sono utili come forza propulsiva.
L’Eros è alla base dell’anima, e dunque, tornando all’analogia tra anima e polis, è alla base della politica. In definitiva, nella filosofia di Platone, l’Eros è la fonte principale di energia dell’anima; ma – come mostra sempre per analogia la possibile degradazione delle forme politiche – qualora non venga governato, l’eros può essere anche il tiranno dell’anima. Il Simposio è uno dei dialoghi dedicati all’amore. Qui Socrate parla di un Eros che è non dio bensì demone, figlio di Risorsa e Povertà: ha natura intermedia, desidera nella misura in cui è manchevole; di conseguenza Eros è anche filosofo, perchè non possiede la sapienza ma vi aspira. Eros è desiderio di bellezza e la bellezza è il fine dell’amore: l’amore carnale è solo il primo livello di un desiderio di procreare nel bello, ma secondo il Socrate del Simposio si può ascendere a livelli più elevati, usando la potenza erotica, spostando il desiderio dai corpi alle anime, alle scienze, fino alla bellezza in sè.
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.
L’Eros è alla base dell’anima, e dunque, tornando all’analogia tra anima e polis, è alla base della politica. In definitiva, nella filosofia di Platone, l’Eros è la fonte principale di energia dell’anima; ma – come mostra sempre per analogia la possibile degradazione delle forme politiche – qualora non venga governato, l’eros può essere anche il tiranno dell’anima. Il Simposio è uno dei dialoghi dedicati all’amore. Qui Socrate parla di un Eros che è non dio bensì demone, figlio di Risorsa e Povertà: ha natura intermedia, desidera nella misura in cui è manchevole; di conseguenza Eros è anche filosofo, perchè non possiede la sapienza ma vi aspira. Eros è desiderio di bellezza e la bellezza è il fine dell’amore: l’amore carnale è solo il primo livello di un desiderio di procreare nel bello, ma secondo il Socrate del Simposio si può ascendere a livelli più elevati, usando la potenza erotica, spostando il desiderio dai corpi alle anime, alle scienze, fino alla bellezza in sè.
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.