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La mappa del rischio sismico in Italia

L’Italia è una regione altamente sismica. Messina, Friuli, Molise, Irpinia, e i più recenti eventi sismici all’Aquila e in Emilia Romagna sono solo alcuni delle migliaia di terremoti che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi secoli.
Nel Mediterraneo la penisola italiana è situata in una zona geologicamente molto attiva, dove l’attività vulcanica e sismica risulta molto intensa e frequente.
Storicamente, le aree più colpite sono quelle che si trovano lungo gli Appennini, dall’appennino Umbro-marchigiano fino alla Sicilia orientale.
La classificazione sismica dell'Italia è stata affidata dal Governo Italiano all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che ha creato una mappa (in continuo aggiornamento) per la suddivisione in aree che sono accomunate dallo stesso rischio sismico.
Con un provvedimento legislativo del 2003 tutti i comuni italiani sono stati raggruppati in 4 categorie di rischio sismico. Oltre alla frequenza e alla violenza dei eventi sismici, si è tenuto conto anche di un altro parametro, il PGA, ovvero il picco di accelerazione al suolo [g], utile per valutare l’ampiezza del moto sismico. 

 

Qui potete guardare la mappa aggiornata al 2012 con le relative zone:

  • Zona 1 - Sismicità alta: comprende ampie zone delle regioni dove si sono registrati gli ultimi terremoti più forti (Abruzzo, Friuli, Campania, Calabria) [PGA oltre 0,25g.]
  • Zona 2 - Sismicità media [PGA fra 0,15 e 0,25g]
  • Zona 3 - Sismicità bassa  [PGA fra 0,05 e 0,15g]
  • Zona 4 - Sismicità molto bassa [PGA inferiore a 0,05g]

Queste categorie presentano numerose sub-classificazioni in rapporto alla elevata differenza morfologica e geodinamica anche tra territori inclusi nella stessa zona di rischio. In realtà tale classificazione è utile principalmente per le misure preventive nella costruzione di edifici, dove risulta fondamentale attuare un piano di protezione antisismica in base al rischio.