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"Guerra e Pace": trama e commento

L’idea originale da cui trae spunto Guerra e pace era quella di fare un ritratto della Russia della metà degli anni 50 del XIX secolo sulla base di un episodio: il ritorno a casa, dopo anni di Siberia, di uno dei promotori della fallita rivolta decabrista del 1825. Tuttavia, scrive Tolstoj, "senza volerlo dai nostri giorni passai al 1825, l’epoca degli errori e delle sventure del mio eroe, e tralasciai ciò che avevo cominciato. Ma nel 1825 il mio eroe era già uomo fatto, aveva famiglia. Per comprenderlo dovetti risalire alla sua giovinezza e questa coincideva con l’epoca, gloriosa per la Russia, del 1812 […]". Ma, continua, "mi facevo scrupolo di scrivere del nostro trionfo nella lotta con la Francia bonapartista, senza aver descritto i nostri insuccessi e la nostra vergogna. […] Se la causa del nostro trionfo […] stava nell’essenza del carattere del popolo e dell’esercito russo, questo carattere doveva esprimersi in modo ancor più chiaro […]" 1. La storia che Tolstoj andava progettando, insomma, si espande, si dilata: il romanzo a cui il conte sta lavorando si deve a questo punto intitolare Il 1805. Esaurita la descrizione di quell’anno cruciale, Tolstoj si rende però conto che il lavoro svolto fino a quel punto non è che l’abbrivio di un romanzo vastissimo in cui far confluire il racconto del primo quarto di secolo del suo Paese: Guerra e pace, pubblicato a puntate sul «Russkij vestnik» (Il messaggero russo) tra il 1865 e il 1869 e successivamente diviso in sei volumi, ha come sfondo la campagna di Prussia e quella napoleonica in Russia. La vicenda ruota attorno all’epopea di due famiglie della nobiltà russa: i Bolkonskij – di cui fa parte il principe Andrej, aiutante del generale Kutuzov durante le guerre napoleoniche –, e i Rostov – tra i quali c’è la giovane Nataša, di cui Andrej si innamora. Nataša finirà per sposare quello che può essere ritenuto, se non il solo protagonista, uno dei personaggi di maggior spicco del romanzo: il conte Pierre Bezuchov, che si rivela a poco a poco essere un alter-ego di Tolstoj, secondo una tecnica consolidata dell’autore – che spesso nei grandi romanzi inserisce un personaggio che gli fa da portavoce. Di Tolstoj, Pierre incarna le idee, le speranze, le delusioni e, infine, anche una sorta di pacificazione nel momento – cruciale – nell’incontro con un altro personaggio, Platon Karataev: in quest’ultimo, Tolstoj ha voluto rappresentare la figura dell’uomo semplice, il soldato-contadino legato alla “terra” e a un’idea pura di Dio. Grazie all’amicizia con Karataev, il tormentato Pierre riuscirà a sciogliere il "complicato e terribile nodo della vita" e ad avvicinarsi all’assoluto.

Guerra e pace intreccia le vicende di personaggi inventati, come quelli appena menzionati, con quelle di personaggi storici. Su tutti, spiccano due figure: quella del generale Kutuzov, l’inventore della tattica della “terra bruciata” – modalità di combattimento spesso criticata perché mirava ad evitare uno scontro diretto con l’avversario e preferiva lasciare che fossero il territorio e il clima russo a fiaccare le truppe nemiche – e, naturalmente, Napoleone, il cui ritratto è uno dei momenti più alti del romanzo. Ed è proprio la storia uno dei grandi protagonisti di Guerra e pace: episodi come la grandiosa battaglia di Borodino, raccontata attraverso gli occhi di Pierre e dove Andrej viene ferito mortalmente, o l’incendio di Mosca, osservato da Napoleone da una collina, sono accompagnati da lunghissime riflessioni dell’autore sul senso della storia e sul suo rapporto con le vite degli uomini: le vicende dei singoli sono trascese e rese universali dalla penna di Tolstoj, che approfitta dei grandi fatti di cui si compone il libro per ragionare sugli scopi della vita e concludere che l’individuo, superato dalla storia e perennemente alla ricerca di una pace che può trovare soltanto in una religiosità semplice e giusta, non conta nulla in quanto tale ma solo come parte di un tutto. In questo senso, per Tolstoj Kutuzov fu per esempio un condottiero superiore a Napoleone, perché aveva capito che l’unico modo per sconfiggere i francesi sarebbe stato quello di aspettare l’inverno e affidare la propria offensiva alle leggi naturali e alla naturale sollevazione del popolo: in caso contrario, l’esercito francese, migliore e più organizzato, avrebbe prevalso. Nella figura di Kutuzov Tolstoj ha raffigurato un uomo saggio che pensa e agisce “al ritmo della sua terra”.

Ha scritto Leone Ginzburg, provando a dare una spiegazione al titolo, che in Guerra e pace guerra rappresenta il mondo storico e pace il mondo umano. Le simpatie di Tolstoj vanno, naturalmente, a quest’ultimo, perché Tolstoj:

è convinto che ogni uomo […] valga un altro uomo, che in tutte le epoche come in tutte le coscienze sorgano sempre i medesimi problemi: se il mondo storico è calato nel tempo […] nel mondo umano sono valide le leggi assolute della vita morale, e le azioni buone o cattive hanno un valore preciso. 2.

Tolstoj è dunque, soprattutto in Guerra e pace, un poeta della vita morale.

1 L. Tolstoj, Guerra e pace, Torino, Einaudi, 1957, p. XXI.

2 L. Ginzburg, Prefazione a L. Tolstoj, Guerra e pace, cit., p. XIV.