Significato novella

Quali sono i significati della novella?


il 13 Maggio 2015, da Simone Bellei

luca ghirimoldi il 21 Maggio 2015 ha risposto:

Ciao Simone! “La giara” riassume alcuni dei temi principali della poetica di Pirandello come l’uso di procedimenti “umoristici” (come sono stati definiti nell’importantissimo saggio del 1908: https://library.weschool.com/lezione/riassunto-luigi-pirandello-poetica-umorismo-6525.html), il ragionamento amaro sulla “forma” (con cui cerchiamo illusoriamente di incasellare la realtà e i nostri stessi comportamenti) e il rapporto con l’arte verista. Andiamo con ordine: per quanto riguarda il primo punto, la componente umoristica è evidente nella caratterizzazione dei due personaggi principali, don Lolò Zirafa e Zi’Dima: il primo è ossessionato dal denaro (pur essendo già assai benestante) e acquista una giara molto capiente per trasportare l’olio. Quando la giara si crepa, Zi’Dima è chiamato a ripararla, ma si intestardisce (anche per dimostrare la propria abilità artigianale) a ripararla solo con una potentissima colla. Don Lolò, che vive nell’angoscia che tutti vogliano truffarlo, insiste per aggiungere una saldatura in ferro. Zi’Dima, durante la riparazione rimane incastrato dentro la giara, che verrà poi rotta da don Lolò in un attacco d’ira. Quella che sembrerebbe una trama comica (cioè di “avvertimento del contrario” come avviene in altre novelle; qui trovi un’introduzione generale : https://library.weschool.com/lezione/poetica-luigi-pirandello-novelle-umorismo-6988.html) nasconde un risvolto “umoristico”: l’ossessione maniacale per la “roba” di Don Lolò è una forma grottesca (una maschera, potremmo dire), che mette in luce l’assurdità dell’esistenza e l’alienazione dell’uomo dalla sua stesa vita. Non a caso, il tema della forma e dell’identità ricorre anche nelle opere maggiori, come “Il fu Mattia Pascal” ( https://library.weschool.com/lezione/fu-mattia-pascal-commento-6621.html) e “Uno, nessuno e centomila” ( https://library.weschool.com/lezione/pirandello-uno-nessuno-e-centomila-6824.html) e nella celebre opera teatrale “Sei personaggi in cerca di autore” ( https://library.weschool.com/lezione/luigi-pirandello-metateatro-sei-personaggi-cerca-d-autore-7354.html). Se ci pensi, in questa novella c’è però anche un collegamento intertestuale con le novelle veriste di Giovanni Verga ( https://library.weschool.com/corso/vita-dei-campi-novelle-rusticane-giovanni-verga-poetica-verismo-7593.html) e in particolare a “La roba” (qui trovi riassunto e commento: https://library.weschool.com/lezione/giovanni-verga-roba-riassunto-e-commento-5206.html). In questo testo, Verga descrive con tecnica verista l’ascesa economica di Mazzarò, un contadino arricchitosi che è schiavo della sua ossessione per il denaro (appunto, “la roba”) e che sarà un modello per Mastro-don Gesualdo ( https://library.weschool.com/lezione/mastro-don-gesualdo-e-verismo-di-verga-6469.html). Come Don Lolò, anche Mazzarò ha una reazione d’ira quando capisce che dovrà perdere tutto ciò che ha accumulato: quando scopre di essere in punto di morte, in un gesto di follia stermina le sue bestie sperando di poter portare con sé, in un altro mondo, i propri beni materiali. Possiamo indicare una differenza: ciò che in Verga è una malattia sociale connessa al “progresso” in Pirandello diventa una condizione esistenziale a cui nessuno può sfuggire. Spero di aver risposto alla tua domanda, ma se ci fossero altri dubbi fammi sapere! :)

Giuseppe Terruzzi il 14 Giugno 2017 ha risposto:

Pirandello, La giara – Appunti Nella novella trovo aspetti significativi: il conflitto fra individuo e società. Don Lollò, il padrone del podere e della giara, è sempre pronto a rivolgersi all'avvocato e al tribunale, quando ritiene di aver subito un torto. Vuole che le sue ragioni siano riconosciute e, in fin dei conti, che sia riconosciuto lui, come uomo onorabile. Ma chi lo conosce ride di queste sue manie e lo stesso avvocato si sbarazza della sua insistenza mettendogli in mano il testo del codice e invitandolo ad arrangiarsi. Don Lolò si ritrova cosi' con un'identità sdoppiata, da una parte uomo serio, imprenditore solerte, attento a una gestione oculata dei suoi beni; dall'altra uomo ridicolo, travolto da una mania di persecuzione, una psicosi che lo separa e lo allontana dagli altri. Un uomo per certi aspetti folle, pazzo. Dunque anche il tema della follia, che Pirandello affronta in tanti suoi scritti e testi per il teatro. Ne “La giara” la follia non si risolve, resta oggetto di risa da parte della massa dei contadini, che nella notte di luna danzano attorno alla giara, pieni di vino e come indemoniati, cioè quasi partecipi di una perdita della ragione che sembrava essere solo di don Lolò. E ovviamente l'umorismo, che emerge più volte, nei momenti in cui la narrazione ci riferisce delle risa di quanti vengono a sapere il nuovo “caso” capitato a don Lolò, a cominciare dal suo avvocato, che impudentemente si fa narrare l'accaduto più volte, per poterne ridere meglio. Ma la comicità, il ridicolo in cui finisce don Lolò con la sua pretesa di aver ragione e di essere risarcito del danno subito, è trattata da Pirandello - come sempre – in chiave umoristica: il lettore al tempo stesso è messo di fronte alle deformazioni ridicole del “caso” e alla sofferenza di don Lolò, che si rode dentro perchè non riesce a trovare comprensione e solidarietà, neppure dal suo avvocato. La novella è interessante anche dal punto di vista dello stile narrativo. Anzitutto ritroviamo l'abilità di Pirandello nel dipingere ambienti, personaggi, oggetti, facendoceli quasi vedere e toccare con mano. Una narrazione, la sua, che in questa novella ripropone un modulo introdotto da Verga, quel raccontare con la voce del popolo, senza alcun commento o giudizio dell'autore, ma ricorrendo a immagini e detti popolari, che era il primo proposito del “verismo”. E poi, di conseguenza, un lessico che chiede la paziente fatica di decodificare termini propri della parlata contadina siciliana: fornaciajo, festuca di paglia, ci si scapasse, quattr'onze, allogata, palmento, intanfato, favata, spartirsi; e, ovviamente, un po' del lessico tecnico che descrive la produzione delle olive: piante massaie avevano raffermato tutte, mosto, abbacchiatori, le scale e le canne (strumenti per l'abbacchiatura).