Spiegazione e commento del passaggio di Tasso dalla Gerusalemme Liberata alla Gerusalemme Conquistata, a cura di Alessandro Condina.
Gli ultimi anni di vita di Tasso sono consacrati alla riscrittura della Gerusalemme Liberata, che era stata pubblicata una prima volta addirittura contro la sua volontà.
La Gerusalemme Conquistata (questo il nuovo titolo che assegnò all'opera) rappresenta un altro poema rispetto a quello originario. Diversa è, infatti, la struttura: non più 20 canti, ma 24 libri, per aderire in modo più esplicito al modello dell'Iliade.
C'è poi contemporaneamente una svalutazione degli elementi amorosi e passionali, ritenuti da Tasso estranei al nucleo centrale del poema (che rappresenta, per questo, anche una presa di distanza dall'Eneide).
Il poeta è ossessionato in questi anni dal timore di non rispettare l'ortodossia, di andare contro le regole aristoteliche, di non aderire pienamente ai canoni che ormai si impongono sia dal punto di vista artistico, sia da quello morale.
Benchè il capolavoro di Tasso rimanga certamente la Liberata, il nuovo poema rappresenta una variante d'autore estremamente importante per comprendere il cambiamento in corso nell'animo del poeta.
Al termine della sua vita, ormai in preda alla follia, Tasso avvertirà la sua opera come una sconfitta: quella di non essere riuscito a far coesistere il mondo laico del Rinascimento e il mondo, ormai assoggettato alle regole, della Curia romana.
Alessandro Condina è giornalista e docente liceale di italiano e latino a Milano. Si è laureato all'università di Messina con una tesi sul Commentario all'Apocalisse di Apringio di Beja.Collabora con varie testate online, tra cui D - La Repubblica e Blogo. Pensa che il web possa essere un ottimo strumento per la didattica, oltre che per l'informazione.
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Dalla Gerusalemme Liberata alla Conquistata: gli ultimi anni di Tasso
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