Elsa Morante nasce nella capitale romana nell’agosto del 1912. I genitori naturali sono la maestra elementare di confessione ebraica Irma Poggibonsi e l’impiegato postale Francesco Lo Monaco, ma la piccola, come i suoi fratelli, viene riconosciuta alla nascita dal marito della madre, Augusto Morante. La formazione si interrompe con il diploma liceale, dato che la scarsità di mezzi economici le impedisce la frequenza dell'Università, dove si è iscritta a Lettere; la Morante collabora nel frattempo con riviste e quotidiani (quali il "Corriere dei Piccoli" e il "Meridiano di Roma") su cui compaiono le sue prime prove, dove dimostra di possedere notevoli ed innate doti letterarie in brevi racconti, soprattutto per bambini.
Nel 1936 incontra Alberto Moravia, che diventerà suo marito nel 1941. Nello stesso anno la scrittrice pubblica il suo primo libro, Il gioco segreto (una raccolta di racconti), e l’anno successivo Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, una fiaba illustrata dalla mano della stessa autrice. Di questi anni, sono gli abbozzi delle prime pagine di Menzogna e sortilegio, per ora ancora intitolato Vita di mia nonna. La coppia Moravia-Morante frequenta l’ambiente artistico romano, trascorrendo la propria giornata insieme alle personalità di riferimento per la produzione letteraria dell’epoca: da Pasolini a Bassani, da Bertolucci a Saba. L’idillio s’interrompe con gli anni del conflitto mondiale, quando, date le tendenze antifasciste di Moravia, la coppia deve fuggire dalle autorità della capitale, rifugiandosi a Fondi, un paesino di montagna della Ciociaria. Questo periodo, tra l'attesa della Liberazione e la scoperta di un mondo "altro", rurale e alternativo a quello urbano, segnerà la produzione successiva di entrambi: Moravia trasporrà queste vicende ne La ciociara, mentre Elsa vi trarrà materiale e figure per La Storia. Nel 1944 i consorti Moravia fanno ritorno nella capitale, e il loro rapporto inizia ad oscillare tra momenti di profonda complicità e intensità, e periodi di crisi e distacco.
Nel 1948, grazie all'intermediazione di Natalia Ginzburg, Elsa Morante pubblica con Einaudi Menzogna e sortilegio, con cui l’autrice si aggiudica il Premio Viareggio. Intrapresa una collaborazione con la RAI e con la rivista "Il Mondo" nel 1950, la Morante può di fatto dedicarsi all'attività di scrittura con maggior agio, anche economico; il racconto Lo scialle andaluso è del 1953 (poi inserito nell'omonima raccolta di testi brevi per Einaudi nel 1963) mentre il nuovo romanzo, L’isola di Arturo, vede la stampa in Italia nel 1957, e gode di una risposta molto positiva da parte del pubblico, conquistando anche il premio Strega. L’anno dopo Longanesi le pubblica una raccolta di poesie intitolata Alibi.
Inizia un periodo segnato per lo più dall’esperienza del viaggio: la Morante visita gli Stati Uniti, il Messico, il Brasile, l’India, la Cina, in compagnia talvolta del marito e talvolta degli amici. Nel 1962 si separa in modo definitivo da Moravia, ed entra in una fase di depressione e difficoltà emotive, che non le impediscono di pubblicare, nel 1968, Il mondo salvato dai ragazzini, una originale raccolta di canzoni e poemi esplicitamente rivolta al pubblico adolescente che, negli anni della contestazione, è agli occhi della scrittrice "l'unico pubblico che ormai sia forse capace di ascoltare la parola dei poeti". Contemporaneamente però, la Morante non abbandona l'impegno sociale e il lavoro su narrazioni di ampio respiro: nel 1974 pubblica infatti La Storia, grande affresco corale dell'Italia della guerra e della ricostruzione non con la prospettiva mistificante della Storia ma attraverso gli occhi di una umile popolana della borgata romana, Ida, e di suo figlio Useppe. Nel 1982 esce Aracoeli, il suo ultimo romanzo. Non sopportando più la condizione limitante dovuta alle conseguenze della rottura di un femore nel 1980, Elsa Morante tenta il suicidio avvelenandosi con il gas nel 1983; ricoverata in ospedale e sottoposta ad un intervento chirurgico, muore d’infarto il 25 novembre 1985.