L’Arcadia è un prosimetro di Jacopo Sannazaro, formato da dodici prose e altrettante egloghe, e composto tra 1480 e 1485, ma pubblicato solo nel 1504. La forma del prosimetro era stata usata per la prima volta da Dante nella Vita nova e ripresa da Boccaccio nell’Ameto.
Si tratta quindi di un romanzo pastorale dal significato allegorico-autobiografico: il protagonista, infatti, si identifica nel poeta stesso. La trama si caratterizza per una forte frammentarietà, causata dalla struttura dell’opera: se i primi testi in prosa sembrano essere in funzione delle egloghe, a partire dalla prosa VII si assiste alla situazione opposta, nel senso che diventa centrale il racconto prosastico rispetto alla lirica. Appare evidente dalla lettura dell’opera la mancanza di una narrazione unitaria, su cui prevale una presentazione di situazioni, esperienze, sentimenti e quadri paesaggistici. Le vicende ruotano intorno a Sincero, giovane che, per un amore non corrisposto, abbandona Napoli e si rifugia in Arcadia in Grecia, terra abitata da pastori-poeti che si dilettano in canti, composizioni e gare poetiche. Il protagonista entra a far parte di questo mondo unendosi ai pastori, di cui vengono raccontate le storie e avventure. Nelle ultime due prose, aggiunte successivamente, si assiste a una svolta nella trama; infatti, Sincero ha in sogno un doloroso presentimento sulla donna amata; decide così di partire e ai piedi di un monte trova un sentiero magico che lo conduce a Napoli, dove trova, alla sorgente del fiume Sebeto, due ragazze che gli comunicano la morte della donna.
La storia appare simbolicamente autobiografica e si possono rintracciare nei personaggi dell’Arcadia amici e famigliari del poeta, nonché la donna amata dal Sannazaro in gioventù, Carmosina Bonifacio. Il percorso di Sincero, invece, appare come una sorta di allegoria dell’educazione intellettuale o sentimentale del poeta. La mitica terra arcadica appare, quindi, un mondo favoloso in cui Sannazaro sembra volersi rifugiare, e in cui l’uomo può trovare la sua armonia con la natura e vivere in libertà la propria esistenza. L’Arcadia, inoltre, si presenta ricca di riferimenti e citazioni alla tradizione poetica antica greca e latina, e il poeta unisce in un ricco mosaico spunti e suggestioni classiche per formare il quadro finale di una regione mitica in cui l’uomo può rivivere l’età dell’oro, tanto celebrata dai poeti antichi. Dal punto di vista linguistico Sannazaro si dimostra influenzato dal toscano colto di Boccaccio e Petrarca, e, con le sue opere, contribuisce in maniera forte alla diffusione di un modello linguistico unitario, che diventerà centrale nella produzione letteraria del secolo successivo. L'influsso culturale di Sannazaro si protrarrà sino al Settecento, quando l'Accademia dell'Arcadia si ispirerà esplicitamente al suo poema.