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La biologia e l'uomo come "supporto vivente", secondo Aristotele

Per Aristotele, noi possiamo distinguere due grandi tipi di supporti al lavoro, che costituiscono il punto di arrivo transitorio parziale dell'essere al lavoro: 1) il supporto nella natura, 2) il supporto nella società.

Noi siamo supporti viventi, perchè percepiamo la luce e le tenebre, il caldo e il freddo, il secco e l'umido, etc.; siamo in grado di fare ciò, in quanto la natura ha "lavorato" il nostro corpo in modo da renderlo un sensorio, luogo della sensibilità, della ricezione creativa e formativa.
Con questa considerazione, ci smarchiamo da una lettura superstiziosa della biologia: non esiste una "naturalità assoluta", ma un lavoro in movimento della natura, guardato sempre a partire da quel supporto di scrittura che ogni vivente è.

Lo stesso pensiero è valido per quei saperi umani che sono al lavoro nella società e che costituiscono una serie di supporti ricettivi esosomatici (la pietra, la corteccia dell'albero, il papiro, il foglio di carta).

Carlo Sini (Bologna, 1933), filosofo e docente di Filosofia teoretica in diverse università italiane, è autore di numerose opere sui temi della fenomenologia, del pragmatismo e del rapporto tra semiotica e filosofia ermeneutica.
Ha tenuto e tiene tuttora corsi, seminari e conferenze sia in Italia, sia all'estero (Stati Uniti, Canada, Argentina, Spagna, Svizzera e altri paesi europei).