Alessandro Mazzini spiega come il trattato de "Il Principe" di Machiavelli si inserisce nella tradizione degli specula principis.
Il trattato de "Il Principe" si riallaccia alla tradizione degli specula principis, un genere letterario che Machiavelli tiene sempre presente, anche dove vi si contrappone. Nel capitolo quindicesimo del Principe, Machiavelli fa esplicito riferimento alla tradizione prima medievale e poi umanistica dello speculum principis. Erano un genere di trattati di teoria politica, che, offrendo uno specchio del principe, si occupavano di delineare un'immagine ideale del principe, a cui venivano prescritti comportamenti e azioni, ispirate ai più ideali e nobili precetti morali.
Sulla base della tradizione antica, come l'orazione "A Nicocle" di Isocrate, un retore greco, e il "De Clementia" di Seneca si era sviluppato il genere degli specula principis nel corso del Medioevo e dell'Umanesimo. La tradizione medievale aveva visto il trattato di Egidio Colonna "De regimine principum" (sulla condotta dei principi), dedicato a Filippo IV, come il testo di riferimento del genere. Il principe era visto come intermediario tra uomo e Dio. Compenso per il buon sovrano era quello di ottenere una posizione eminente nell'altro mondo. Gli scritti dell'Umanesimo si distinguono per la centralità data alla fama, come compenso della buona azione politica, con l'omissione della sfera religiosa. Vengono tratti esempi dalla storia antica per fondare i loro ragionamenti.
Nel secondo periodo dell'Umanesimo la nuova realtà delle corti che si stava affermando in Italia aveva reso di nuovo attuale il genere dello speculum principis. Infatti alla realtà politica delle repubbliche era subentrata quella delle signorie, dunque di un potere monarchico, che occorreva in qualche modo legittimare. Mancava tuttavia anche in questi specula principis un approccio realistico, erano caratterizzati da un forte individualismo e idealizzazione del sovrano: gli eventi storici si plasmavano e modificavano in base alla sua personalità.
Il realismo di Machiavelli nascerà anche dalla consapevolezza dei limiti del controllo umano, con l'esigenza di uno sforzo nuovo per conoscere la politica e le sue leggi. Questo comporterà la nascita del concetto di "ragion di stato", che prescinde dal singolo individuo e dalla sua personalità.
Per Machiavelli il principe non dipende da alcun vincolo, ma è un forza politica creatrice, in accordo con le teorie politiche dell'epoca. Machiavelli quindi tiene presente tutta la tradizione concettuale degli specula principis.
Alessandro Mazzini è professore di Greco e Latino presso il Liceo Classico Manzoni. Si è laureato in Letteratura Greca con il professore Dario Del Corno presso L'Università degli Studi di Milano. Ha collaborato con riviste di divulgazione culturale e ha insegnato per 10 anni Lingua e Letteratura Italiana e Lingua e Letteratura Greca presso il Liceo della Scuola Svizzera di Milano. Dal 2001 è ordinario di Italiano e Latino nei Licei e dal 2003 ordinario di Greco e Latino al Liceo Classico.
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"Il Principe" e la tradizione degli "Specula Principis"
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