Intervista a Pier Paolo Pasolini del 22 febbraio 1968, nella rubrica televisiva Rai "Sapere. L'uomo e la società".
Pasolini spiega le ragioni che hanno portato alla formazione della lingua italiana, analizzandone lo sviluppo dal punto di vista storico e sociale.
Mentre per altre lingue europee, come il francese, la loro istituzione fu dettata da motivi politici, burocratici e statali, l'italiano nacque attraverso la letteratura. I dialetti rappresentano, dunque, lingue potenziali non giunte mai in atto, perchè soppiantate dal prestigio letterario del fiorentino.
L'italiano contemporaneo, sempre più unitario per merito della televisione, dei giornali e delle infrastrutture, ha un nuovo centro linguistico, non più letterario, ma tecnico o tecnologico: Milano. Pasolini, pur dichiarando la sua preferenza per una "guida letteraria", prende atto del cambiamento avvenuto, affermando che non è possibile giudicarlo come positivo o negativo.
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