Introduzione
I Trionfi di Francesco Petrarca sono un poemetto allegorico in volgare italiano in terzine, articolato in sei visioni avute dal poeta, durante un sogno. Si assiste così a sei “trionfi” successivi, in cui ogni allegoria sconfigge la precedente; nell’ordine abbiamo: Amore, Pudicizia, Morte, Fama, Tempo, Eternità.
Nei Trionfi, cui Petrarca lavora dal 1340-1342 e che venogno rielaborati praticamente fino alla morte del poeta, vengono riprese e sintetizzate le riflessioni del Canzoniere, dei trattati morali (come il Secretum, il De vita solitaria, il De otio religioso) e delle raccolte epistolari petrarchesche (le Familiares e le Seniles).
Riassunto
Il primo “trionfo” 1 è il Triumphus Cupidinis: il poeta si addormenta e in sogno compaiono Amore e la sua corte, costituita da amanti celebri storici o leggendari, le cui vicende sono ricavate dalla Bibbia e dalla mitologia classica. Tra i diversi personaggi c’è anche Laura, la protagonista del Canzoniere, di cui il poeta si innamora immediatamente. L’autore diventa prigioniero di Amore e viene condotto insieme agli altri sull’isola di Cipro, dove viene rinchiuso in una prigione.
Nel secondo trionfo (il Triumphus Pudicitie) Laura con l’aiuto di Pudicizia-Castità vince Amore e lo imprigiona, umiliandolo a sua volta. Laura toran a Roma col proprio corteo per celebrare il proprio successo.
Nel Triumphus Mortis (il terzo trionfo) la vittoria di Laura è turbata dall’apparizione di Morte, che annuncia la morte imminente della protagonista. Petrarca assiste al decesso di Laura, che rivela il suo amore per il poeta e la sua condizione beata. Laura spiega di non aver mai svelato i propri sentimenti per non distoglierlo dal suo percorso di perfezionamento morale.
Nel Triumphus Fame (il quarto trionfo) si assiste alla sconfitta della Morte da parte della Fama, che, desiderosa di superare l’oblio della vita mortale, schiera con sé personaggi noti per valore militare e intellettuale. La Fama è cosi il simbolo della trasmissione del sapere e del valore tra le stirpi umane.
Ma alla Fama succede il Tempo, personificato dal Sole, nel quinto trionfo, il Triumphus Temporis. L’astro, per poter annullare il potere della fama sulla morte, accelera il suo corso, cancellando più velocemente il ricordo dell’uomo. Petrarca qui coglie l’occasione per rifletterere sulla brevità della vita e sulla vanità del mondo terreno.
L’ultimo trionfo, il Triumphus Eternitatis, chiude la successione: Petrarca trova sostegno di fronte alla fugacità dell’esistenza in Dio, che trionfa su tutto e tutti. Nell’eternità divina i beati potranno sconfiggere la Morte e il Tempo. Ed è qui che il poeta potrà rivedere Laura, ormai beata. I Trionfi si chiudono quindi con la visione finale della donna amata da Petrarca, in una visione della beatitudine celeste.
Analisi
Il poemetto si presenta come il percorso ideale e universale dell’uomo dal peccato alla redenzione, tema tipico dei testi poetici allegorico-didascalici medievali, come il Roman de la Rose, e la Commedia di Dante, che diventa per Petrarca un vero e proprio termine di confronto. Il poema dantesco si presenta sia come modello formale indiretto (con la scelta da parte di Petrarca di adottare lo schema metrico della terzina, sia come modello concettuale per il viaggio allegorico-morale intrapreso.
Al tempo stesso, i Triumphi si collocano bene nel percorso letterario di Petrarca, sviluppando alcuni temi fondamentali della poetica del Canzoniere: la spiritualizzazione della passione per Laura (che culminerà nella canzone alla Vergine), l’attenzione narcisistica per la propria intimità, la ricorrente riflessione sulla morte (come in Movesi il vecchierel canuto e bianco).
I Trionfi - la cui successione in sei momenti successivi è assai meccanica e rigida - sono incompiuti, sia per il lungo lavoro correttorio sia per le difficoltà a gestire la struttura del poema rispetto alla dimensione più agile dei componimenti lirici del Canzoniere.
1 Il termine “trionfo” si rifà alla tradizione romana di celebrare un condottiero vittorioso con un corteo fino al Campidoglio, seguito dalle sue truppe e dai prigionieri di guerra.